Meta pensa che abbassando il costo dell’abbonamento aumenterà il numero di sottoscrittori
In ottemperanza al DMA, Meta era stato costretto a introdurre una formula a pagamento per tutti quegli utenti che non vogliono condividere i propri dati. Adesso, l'azienda ha effettuato una revisione delle proprie sottoscrizioni
13/11/2024 di Gianmichele Laino
Vi ricordate gli effetti del Digital Markets Act su Meta? L’azienda di Mark Zuckerberg è stata praticamente costretta a offrire al proprio pubblico una soluzione a pagamento: la questione è sempre l’annoso problema del trattamento dei dati personali. In principio, Meta targettizzava i suoi iscritti a suo piacimento, fornendo loro della pubblicità mirata. Successivamente all’entrata in vigore del DMA, in Europa, l’azienda di Menlo Park ha dovuto aggiustare il tiro, non potendo più fare il bello e il cattivo tempo: l’utente, infatti, doveva essere informato relativamente al trattamento dei suoi dati personali e alle finalità pubblicitarie di questa azione. Se non fosse stato d’accordo, avrebbe dovuto comunque usufruire del servizio. Ecco, dunque, che era nata la soluzione di Meta a pagamento: 9,99 euro per profilo Facebook o Instagram per continuare a utilizzare i servizi delle piattaforme social senza, tuttavia, essere oggetto di raccolta di dati e di pubblicità mirata. Adesso gli abbonamenti Meta subiranno una sforbiciata nei loro costi, con l’obiettivo sicuramente di tentare di allargare la platea dei sottoscrittori.
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Abbonamenti Meta, quali sono le novità annunciate dall’azienda di Mark Zuckerberg
«Ridurremo il prezzo dell’abbonamento mensile da € 9,99 a € 5,99/mese sul web, o da € 12,99 a € 7,99/mese su iOS e Android – si legge sul blog ufficiale di Meta -. A ogni account Facebook o Instagram aggiuntivo verrà addebitato a € 4/mese sul web e € 5/mese su iOS e Android. Mentre il nostro prezzo precedente era saldamente in linea con i nostri competitors, questo prezzo più basso significa che il nostro servizio di abbonamento sarà uno dei più economici tra i nostri competitors».
Inoltre, Meta annuncia che ci saranno novità anche per coloro che continueranno a utilizzare i servizi dei suoi social network in maniera gratuita. Questi ultimi, infatti, potranno essere “bersaglio” di una quantità decisamente minore di pubblicità targettizzata e non avranno una profilazione completa della propria persona. I dati che verranno raccolti, infatti, permetteranno di fornire «annunci basati solo sul contesto, ovvero ciò che una persona vede in una particolare sessione su Facebook e Instagram, e un set minimo di dati tra cui età, posizione, sesso e modo in cui una persona interagisce con gli annunci».
Meta sostiene che questo sforzo non è semplicemente il frutto dell’adattamento al Digital Markets Act, ma è la risposta alle ulteriori sollecitazioni che sono arrivate dai regolatori europei, che – sempre secondo il board dell’azienda di Menlo Park – andavano molto oltre quelle che erano le indicazioni di legge. Tuttavia, Meta ha cercato di compensare con qualche tecnicismo – come vedremo in un altro punto del nostro monografico di oggi – la maggiore libertà concessa agli utenti in termini di tracciamento pubblicitario. In ogni caso, l’annuncio di Meta sembra essere distensivo sia per il proseguimento delle sue attività in Europa, sia perché – probabilmente – l’azienda di Mark Zuckerberg ha individuato nella maggiore consapevolezza degli utenti relativa ai dati personali una possibile fonte di business. Per quanto competitivo, il prezzo dell’abbonamento premium senza tracciamento pubblicitario garantisce delle revenues certe (che Meta punta a incrementare proponendo l’abbassamento delle tariffe e una maggiore diffusione del servizio premium).
Almeno pubblicamente, però, Meta continua a difendere la propria posizione: «Crediamo fermamente – dice l’azienda – che gli annunci personalizzati siano una componente essenziale di Internet supportato da pubblicità che ha consentito l’accesso a servizi online gratuiti per centinaia di milioni di cittadini dell’UE e miliardi di persone in tutto il mondo. Continueremo a sostenere normative che supportino l’uso responsabile della pubblicità personalizzata, consentendoci di mantenere i servizi gratuiti di alta qualità che le persone si aspettano da noi».