Anche La Repubblica e La Stampa hanno ceduto al “fascino” di OpenAI

L'annuncio è arrivato nelle scorse ore, proprio mentre il CEO dell'azienda di San Francisco si trovava a Torino per partecipare all'evento "Italian Tech Week" organizzato proprio da Exor

27/09/2024 di Enzo Boldi

Si continua ad allungare l’elenco degli editori che hanno stretto intese commerciali con la società – che a breve passerà dall’essere una no-profit a una a scopo di lucro – guidata da Sam Altman. L’ultimo gruppo a unirsi alla già cospicua flotta internazionale è stato Gedi che nelle scorse ore ha annunciato la firma di un accordo con OpenAI. Dunque, quotidiani come La Repubblica e La Stampa saranno utilizzata per addestrare il modello di linguaggio AI su cui si basa ChatGPT. E non solo, secondo quanto trapelato, sono state poste anche le basi per quel che riguarda una collaborazione per SearchGPT, il motore di ricerca sviluppato proprio dall’azienda di San Francisco.

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Un accordo in linea con quelli già annunciati in passato da altri editori e gruppi editoriali internazionali. Da quel che sappiamo – non si parla, nei comunicati ufficiali, di dettagli economici dell’operazione (esattamente come accaduto già in precedenza per le altre intese) -, gli articoli che vengono pubblicati dai quotidiani La Repubblica e La Stampa (ma anche su tutte le altre testate del Gruppo Gedi) saranno utilizzati per l’addestramento di del chatbot AI sviluppato da OpenAI (ChatGPT) e anche per quel che riguarda il prototipo del motore di ricerca realizzato dall’azienda di Sam Altman (SearchGPT).

Accordo Gedi-OpenAI per addestrare ChatGPT

Questo accordo, dunque, fa crescere il portafoglio di contenuti a disposizione di ChatGPT che, dunque, si addestrerà anche attraverso i contenuti pubblicati da due dei quotidiani online più letti nel nostro Paese. L’intesa, al momento, sembra essere differente rispetto a quella siglata nel luglio scorso tra OpenAI ed RCS per quel che riguarda un chatbot dedicato all’app Economia de Il Corriere della Sera, anche se non si conoscono i reali dettagli – a partire da quelli economici – dell’accordo tra le parti.

Nel monografico di oggi, Giornalettismo analizzerà l’ennesima evoluzione di una dinamica che sta diventando sempre più strutturale a livello internazionale. Perché l’accordo Gedi-OpenAI è solo l’ultimo (per ora) di una lunga serie che, finora, ha visto coinvolte testate internazionali di livello. Se il trend rimarrà questo, nel giro di poco più di un anno tutti i principali gruppi editoriali del Mondo potrebbero cedere al pressing dell’intelligenza artificiale. Non è un caso, infatti, che il Garante per la Privacy italiano ha immediatamente deciso di accendere un faro su questi accordi.

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