Alessio Butti: «Non si tratta di tutelare solo le comunicazioni di alte cariche dello Stato»

Il sottosegretario con delega all’Innovazione ha risposto alle nostre domande sulla ricerca, da parte del governo, di una piattaforma di comunicazione crittografata "Made in Italy"

27/11/2024 di Gianmichele Laino

Nelle ultime ore, si è parlato di una possibile piattaforma di comunicazione crittografata made in Italy da mettere a disposizione delle figure istituzionali italiane, per evitare altri casi di dossieraggio o di fuga delle informazioni. Si è parlato di un coinvolgimento diretto dei tavoli della presidenza del Consiglio. Nella giornata di oggi, il sottosegretario con delega all’Innovazione Alessio Butti ha fatto delle precisazioni importanti.

LEGGI ANCHE > Per “proteggersi” dai dossieraggi, il governo vuole un “Whatsapp di Stato”

«Non c’è molto da dire – dice a Giornalettismo -, se non rispetto al fatto che la sicurezza della comunicazione è un tema che va affrontato e che deve essere trattato in maniera molto seria, non soltanto da un punto di vista tecnologico, ma anche da un punto di vista normativo: non c’è altra strada da questo punto di vista».

Alessio Butti parla dell’ipotesi di un’app per le “chat di Stato”

Il sottosegretario Alessio Butti è intervenuto come ospite presso il Talent Garden Ostiense dove Diego Ciulli (Head of Government Affairs and Public Policy di Google in Italia) e Giuseppe Mayer (CEO in Italia di Talent Garden) hanno presentato un corso per la formazione di professionisti in intelligenza artificiale che possano aiutare le start-up italiane a migliorare il proprio livello di innovazione.

«Sicuramente realtà dinamiche come le start-up italiane e tutti gli altri attori che si occupano di questi temi saranno coinvolti nella definizione di eventuali piattaforme made in Italy di scambio di informazioni crittografate, ma il percorso è molto lungo – ha proseguito -. Non si tratta, per essere chiari, di tutelare semplicemente le comunicazioni di alte cariche dello Stato o di responsabili istituzionali, ma di definire un percorso chiaro che prenda in considerazione eventuali responsabilità delle singole persone che comunicano, delle piattaforme tecnologiche che utilizzano e delle normative che disciplinano questo processo».

Share this article
TAGS