Per rispondere all’indagine, Andrea Stroppa utilizza un video di Mentana

Il referente italiano di Elon Musk, che cura le relazioni istituzionali con il governo anche nell'ambito dell'affare Starlink, ha preferito concentrarsi sul proprio lavoro dopo l'indagine che lo ha coinvolto

16/10/2024 di Gianmichele Laino

UPDATE: Contattato dalla redazione di Giornalettismo, Andrea Stroppa ha confermato la sua volontà, in questa fase, di non rilasciare dichiarazioni o interviste. Il messaggio che ci ha inviato è stato: «Per ora, per rispetto alle indagini devo rimanere in attesa. Leggete le carte dell’inchiesta vi farete una vostra idea».

La risposta di Andrea Stroppa alle notizie di stampa che lo hanno coinvolto, riportando un’indagine a suo carico, è affidata – neanche a dirlo – a X e a una serie di messaggi (a quanto pare, conditi anche da rassicuranti emoji) condivisi con chi gli chiedeva delle dichiarazioni su quanto avvenuto. Sicuramente, la risposta più articolata è quella che utilizza un video del Tg La7 in cui Enrico Mentana riporta una precisazione del ministero degli Esteri relativamente ai documenti e alle informazioni che Stroppa avrebbe ricevuto da un ufficiale della Marina Militare (questa la contestazione che gli viene mossa all’interno delle carte dell’indagine). Il video è accompagnato da un copy del post su X: «Stamattina mi hanno schiaffato in prima pagina con persone che si passavano bustarelle di soldi – dice Stroppa -. Poi dopo pranzo ricevevo documenti segreti del Ministero degli Esteri. E poi stasera si inizia a scoprire che…». Il video di Mentana è opportunamente sottotitolato in inglese, a beneficio di quella platea internazionale che i retweet di Elon Musk gli hanno garantito nel corso del tempo.

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Andrea Stroppa e la sua posizione nell’indagine

La nota del ministero degli Esteri spiega che, da qualche tempo – com’è noto del resto sulla base di diverse dichiarazione delle istituzioni responsabili – la presidenza del Consiglio sta valutando di affidare a Starlink (il sistema satellitare ideato e distribuito da Elon Musk) alcuni servizi specifici legati alla comunicazione nelle postazioni della presidenza del Consiglio, della Difesa e del ministero degli Esteri in aree problematiche. Andrea Stroppa sarebbe indagato per le informazioni ricevute da un ufficiale della Marina, in occasione di un evento, relative allo stato dell’arte della trattativa e – secondo chi indaga – queste informazioni sarebbero state parte integrante di una strategia, sempre portata avanti dall’ufficiale della Marina, di inserimento di una società italiana (con alcune quote riferibili alla moglie dell’ufficiale stesso) all’interno della trattativa con Starlink.

Bene, la Farnesina cerca di dare un inquadramento a quelle informazioni. Non si tratterebbe, infatti, di informazioni classificate, ma di un documento interno in cui si elencherebbero le necessità espresse dal ministero (e nello specifico il numero delle ambasciate e dei consolati da collegare attraverso Starlink) se la procedura fosse andata avanti. È evidente che nel ripostare questo video Andrea Stroppa sembrerebbe confermare la versione affidata alla nota del ministero degli Esteri.

Nel frattempo, Stroppa si dice abbastanza tranquillo. Nei pochi messaggi riportati dalla testata Repubblica, ad esempio, afferma di voler essere condannato con il massimo della pena, se dovesse risultare colpevole. Ma che più di questo non può dire, perché è stato toccato il «business» e il business scotta.

Starlink in Italia, lo stato dell’arte

Ma di quale business si tratterebbe? È di qualche giorno fa l’intervista del sottosegretario alla presidenza del Consiglio con delega alla Transazione digitale, Alessio Butti, che al Sole 24 Ore ha affermato di valutare una possibile soluzione Starlink per completare il piano Italia a 1 Giga, che dovrebbe portare la connessione veloce anche nelle aree più remote del Paese. «Visti i ritardi degli operatori, il Governo sta esplorando opzioni che possano contribuire a garantire connettività nell’immediato» – ha detto Butti, con riferimento all’utilizzo di Starlink nelle cosiddette aree bianche, ovvero quelle che, per caratteristiche geofisiche, sono difficilmente raggiungibili dalla fibra tradizionale e dalla rete che stanno mettendo in piedi Open Fiber e Tim. Butti ha specificato che il ricorso a Starlink, eventualmente, sarebbe soltanto a completamento rispetto al piano già assegnato.

Dalla nota della Farnesina a commento di quanto accaduto a Stroppa, tuttavia, si evince un piano molto più ampio per Starlink, che coinvolgerebbe ambasciate e consolati italiani in aree difficili (quindi, non soltanto sul territorio del Paese, ma anche al di fuori), facendo diventare il sistema satellitare di Elon Musk un asset strategico anche in ambito diplomatico. Occorrerà capire, adesso, se l’inchiesta della procura di Roma e le indagini a carico di Stroppa avranno un qualche effetto su questo piano del governo.

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