La scena cancellata di Titanic che svela una cosa importantissima del film
30/01/2016 di Redazione
Nella versione originale, Titanic sarebbe dovuto durare circa quattro ore. In fase di montaggio sono però state eliminate diverse scene, per fare sì che il film avesse una durata “adeguata” alla proiezione cinematografica. Tra queste scene tagliate ce n’è anche una che, se fosse stata inclusa nel montaggio finale, avrebbe fatto capire agli spettatori diversi dettagli in più sulla storia, primo tra tutti l’origine della canzone “Tu, Josephine” che Jack canta a Rose poco prima del bacio sulla prua della nave e che poco più tardi una mezza congelata Rose bisbiglierà mentre attende i soccorsi dopo l’affondamento del transatlantico.
TITANIC: SCENA CANCELLATA
La scena in questione è questa e, mostra Jack che riaccompagna Rose nel suo settore della nave dopo la festa in terza classe. I due giovani camminano fianco a fianco e cantano la famosa canzone “Come Josephine In My Flying Machine“, quando giungono alla porta che separa la prima classe dal resto della nave. Rose restituisce la giacca a Jack e gli dice che non vuole andare. Poi si sofferma a guardare il cielo stellato: ne segue un dialogo sulla vastità del cosmo e su quanto l’uomo sia piccolo a confronto fino a quando il cielo non viene attraversato da una stella cadente. «Dovremmo esprimere un desiderio?» – si chiede Rose. Jack le chiede di rimando cosa desiderasse e la ragazza, guardandolo intensamente, risponde: «Qualcosa che non posso avere».
TITANIC: TU JOSEPHINE…
Questa scena, come tutte le altre scene tagliate, sono state incluse nei contenuti speciali dell’edizione del 2005 DVD. Quanto alla canzone, si tratta di un brano che esiste veramente che era anche particolarmente popolare nei primi anni del Novecento. Il titolo è Come Josephine in My Flying Machine, ed era stata incisa e pubblicata nel 1910 dalla cantante americana Blanche Ring. Si tratta di una canzone che racconta la storia di un uomo che chiede alla sua fidanzata di «volare via con lui sulla sua macchina volante» e che celebra l’entusiasmo per il processo tecnologico tipico della Belle Époque. Il brano, infatti, è stato scritto nei primissimi anni della storia dell’aviazione e per un periodo si pensava fosse stata ispirata alla storia di Josephine Sarah Magner, considerata la prima donna paracadutista d’America, poi sposatasi con il pioniere dell’aviazione Leslie Burt Haddock, creatore del primo dirigibile militare utilizzato dall’esercito degli Stati Uniti.
(Photocredit copertina: YouTube)