Feltri contro Lega e M5S perché tagliano 3 milioni di euro a Libero
17/12/2018 di Redazione
A quanto ammonterebbero, per Libero, i tagli all’editoria ampiamente pronosticati da Lega e Movimento 5 Stelle? Stando a una stima, ci aggiriamo intorno ai 3,7 milioni di euro all’anno. Per questo motivo, Vittorio Feltri – direttore della testata – è molto arrabbiato. Oggi, in un editoriale si è scagliato contro il Movimento 5 Stelle e anche contro la Lega che, invece, fino a questo momento aveva sempre difeso.
Vittorio Feltri contro il governo per i tagli a Libero
Libero rientra in quei giornali d’opinione che, insieme a quelli delle minoranze linguistiche, ricevono ancora dei finanziamenti pubblici.
«È questo il vostro cambiamento? Vergognatevi – ha scritto Vittorio Feltri -. Erano più corretti, e ci vuol tutta, i vecchi democristiani e il cosiddetto pentapartito, i quali almeno coprivano di soldi il monopolio culturale italiano radiotelevisivo, ma a noi reietti riservavano almeno qualche briciola che ci consentiva di andare avanti partecipando al dibattito sulle vicende del Paese. Voi invece, gialloverdi del menga,uccidete i piccoli per leccare il culo ai fortunelli del club miliardario di cui siete protettori inverecondi».
Perché Libero prende soldi pubblici?
Libero è classificato come giornale d’opinione che ha accesso ai finanziamenti pubblici perché risulta registrato come supplemento dell’organo d’informazione del Movimento Monarchico Italiano, ai sensi della Legge 7 marzo 2001, n. 62.
Feltri è profondamente indignato e sottolinea come il governo attuale voglia tagliare i fondi ai giornali d’opinione per colmare le lacune e i buchi lasciati dai grandi esborsi della Rai, che il direttore di Libero definisce «grande mignotta che campa alle spalle dei connazionali». Parole al vetriolo, con una vera e propria crociata che ormai è partita. Ovviamente, Feltri guarda in casa propria. Ieri, Repubblica aveva pubblicato una pagina del cartaceo in cui si schierava a favore delle testate che avrebbero subito tagli. Ma in maniera disinteressata, dal momento che il quotidiano romano non riceve finanziamenti pubblici.
FOTO: ANSA / ETTORE FERRARI