«Ora la piattaforma sia messa a disposizione anche per la raccolta firme per la presentazione delle liste»

Le parole di chi ha iniziato la battaglia sulla piattaforma per la raccolta firme digitali e di chi intende portarla avanti in altre forme

29/07/2024 di Gianmichele Laino

Chi ha portato avanti, da ormai quattro anni, la battaglia per far sì che la raccolta firme per i referendum potesse avvenire anche attraverso una piattaforma digitale (possibilmente di Stato, come previsto dall’ultimo dpcm che – finalmente – l’ha resa operativa) ha sperato moltissimo in una prova matura dello Stato. Questa maturità è arrivata con un certo delay rispetto ai piani iniziali e sicuramente ha ritardato i tempi rispetto a nuovi progressi che le piattaforme digitali possono far fare alla nostra democrazia. Tuttavia, la vittoria e i meriti per il fatto che i cittadini, ora, potranno adottare un metodo rapido e a burocrazia zero per partecipare ad alcune decisioni civiche hanno nomi e cognomi: sicuramente Marco Cappato e Lorenzo Mineo  per l’Associazione Luca Coscioni e Eumans, Mario Staderini (che per primo ha fatto ricorso all’ONU per le violazioni dell’Italia in merito a diritti politici dei cittadini in materia di referendum), Riccardo Magi che, con un suo emendamento, ha portato in parlamento questa battaglia. Per questo è importante registrare le loro reazioni.

LEGGI ANCHE > La piattaforma per la raccolta delle firme digitali (per i referendum) conviene a tutti

Cappato, Mineo e Staderini: le reazioni dopo il dpcm

«Esprimiamo intanto la nostra soddisfazione per un risultato storico che, sulla scia di quanto ottenuto per la raccolta firme sui referendum eutanasia e cannabis nel 2021, prosegue nella direzione dell’utilizzo delle tecnologie digitali al servizio della partecipazione democratiche – hanno detto Cappato e Mineo -. Nello stesso tempo, non possiamo non constatare come questo provvedimento arrivi con un ritardo di oltre due anni e mezzo nell’applicazione della legge istitutiva della piattaforma, che avrebbe dovuto essere attiva dal 2022, a conferma della convenzione antireferendaria che vige in Italia, e della scarsa attenzione allo stato di diritto, che dovrebbe essere la base minima di una democrazia. Il prossimo passo che chiediamo a Parlamento e Governo di compiere è quello dell’utilizzo della piattaforma anche per la raccolta delle firme per la presentazione di liste e candidati alle elezioni. E’ fondamentale poi che la piattaforma sia da subito messa a disposizione per Regioni e Comuni per la raccolta firme anche sulle iniziative popolari a livello locale. L’elevato tasso di astensionismo e la sfiducia crescente nelle istituzioni indicano l’urgenza di compiere un percorso verso un vero e proprio portale delle democrazia, che metta le persone in grado di conoscere ed attivare con facilità i propri diritti politici e civili fondamentali».

Ha evidenziato la portata storica della decisione anche Mario Staderini: «Con la piattaforma pubblica si completa una rivoluzione copernicana nell’esercizio dei diritti politici e grazie al digitale il referendum torna ai cittadini, che potranno raccogliere le firme senza dover chiedere permesso ai partiti. È il risultato di anni di battaglie e una vittoria per chi crede che la democrazia sia per tutti. D’ora in poi – ha aggiunto – quando il Parlamento farà una brutta legge i cittadini avranno subito la possibilità di presentare un referendum così come potranno inserire nell’agenda politica temi e argomenti che altrimenti sarebbero esclusi».

La battaglia in parlamento e la reazione di Riccardo Magi

«Da subito lo utilizzeremo per l’Autonomia differenziata, il cui quesito verrà caricato a breve – ha detto Riccardo Magi di PiùEuropa -. E lo faremo anche per un altro referendum su cui spero che le altre opposizioni convergeranno: quello che punta ad abrogare alcune parti del Rosatellum, la legge elettorale. Ma siamo già al lavoro anche su altre possibili consultazioni. Penso alla legge sulla cittadinanza, ai diritti civili, a quelli riproduttivi e alle sostanze stupefacenti». Magi, inoltre, non ha escluso che si possa parlare di un aumento della soglia minima delle firme valide per rendere valutabile un referendum, in concomitanza – ovviamente – con un rafforzamento dello strumento della piattaforma digitale.

Share this article