È stato rinviato il voto UE su Chat Control

Si tratta del provvedimento che punta a bloccare, direttamente all'interno delle chat, la diffusione di materiale pedopornografico. Ma ci sono stati problemi su indicazioni che violerebbero la crittografia e su eventuali compromissioni della privacy

21/06/2024 di Gianmichele Laino

Non c’è stata (ancora) una maggioranza intorno al Chat Control. Si tratta di un provvedimento normativo, nato in seno alle istituzioni europee, proposto dal Belgio (che ha la presidenza del Consiglio UE ancora per qualche giorno), per cercare di limitare la diffusione di materiale pedopornografico all’interno di piattaforme di messaggistica istantanea, anche dotate di crittografia end-to-end. Questa iniziativa include la scansione lato client per servizi crittografati end-to-end, il che significa che tutti i messaggi verrebbero controllati indipendentemente dal sospetto. Una condizione che, quindi, non piace affatto alle piattaforme di messaggistica che hanno fatto della crittografia end-to-end il loro cavallo di battaglia.

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Chat Control: in cosa consiste e perché ha subito uno stop

Com’è noto, la diffusione di materiali pedopornografici all’interno delle chat e delle app di messaggistica istantanea è di molto cresciuta nell’ultimo periodo, tanto che queste piattaforme sono diventate uno dei veicoli principali per questa tipologia di reato. Il controllo di queste piattaforme, proprio in virtù della crittografia end-to-end, è estremamente complesso: per questo motivo, le istituzioni europee hanno pensato a un sistema normativo che potesse intervenire proprio in questo ambito.

In realtà, nemmeno le istituzioni del trilogo si sono dimostrate concordi nella soluzione adottata: inizialmente, il Parlamento europeo aveva respinto il Chat Control proprio perché aveva intravisto delle criticità sul fatto di superare la crittografia end-to-end. Ma il Consiglio UE, sempre sotto la guida del Belgio, aveva emendato il provvedimento, introducendo la scansione lato client per questi servizi, stabilendo che gli utenti avrebbero dovuto acconsentire ai controlli della chat; altrimenti, avrebbero perso la possibilità di inviare foto, video e URL. Tuttavia, questa seconda proposta – che non è altro che una riedizione di quella originale – non aveva trovato accordo all’interno dell’istituzione comunitaria, tant’è che negli ultimi giorni, sulla soglia della scadenza del mandato del Consiglio UE a guida belga (e, soprattutto, con un parlamento di uscenti pronto a rinnovarsi nei prossimi giorni), la soluzione per evitare di prendersi responsabilità su questo principio è stata quella di far venire meno la maggioranza e lasciare la palla al prossimo Consiglio UE, questa volta a guida ungherese. L’Ungheria, in ogni caso, ha tra i punti programmatici del suo semestre il Chat Control, quindi non è detto che non ne sentiremo parlare ancora.

Fatto sta che tutte le piattaforme di messaggistica istantanea stanno insorgendo: introdurre questa tipologia di controllo preliminare delle chat, di fatto venendo meno al principio della crittografia end-to-end, aprirebbe la strada a intrusioni nelle conversazioni dei privati cittadini e a violazioni della privacy che potrebbero derivare da denunce di diffusione di materiale pedopornografico che, in realtà, sono solo denunce temerarie. E alcune app come Signal – lo vedremo in altri punti del nostro monografico – hanno minacciato di lasciare l’Europa se il Chat Control dovesse essere approvato.

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