Sta per entrare in vigore il Regolamento Cloud per la Pubblica Amministrazione

Dal primo agosto in poi, si completa definitivamente quel quadro che era stato tracciato sin dal governo Draghi e che darà una nuova infrastruttura digitale alla pubblica amministrazione

01/07/2024 di Gianmichele Laino

Il percorso era stato tracciato sin da quando, a guidare il processo amministrativo, c’era il ministero per la Transizione digitale guidato da Vittorio Colao. Da quel momento in poi, il cloud per la pubblica amministrazione è stato considerato un obiettivo fondamentale per l’innovazione digitale del Paese, un task da Pnrr che era impossibile fallire. Per questo motivo, anche con il cambio della guardia al governo e anche con l’eliminazione del ministero per la Transizione digitale a favore di un sottosegretario dedicato alla Presidenza del Consiglio, il processo è andato avanti e – dal prossimo 1° agosto 2024 – entrerà in vigore. Si tratta quell’insieme di norme che armonizzeranno tutti i partner che saranno coinvolti nel maxi progetto del Cloud PA: i funzionari delle varie istituzioni italiane, infatti, potranno contare su servizi omogenei e i cosiddetti provider dovranno fornire delle garanzie e degli standard che li renderanno eleggibili, appunto, per le varie pubbliche amministrazioni del Paese.

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Cloud PA, il nuovo regolamento entrerà in vigore il 1° agosto 2024

Com’è noto, il cloud della pubblica amministrazione dovrebbe assicurare l’autonomia tecnologica del Paese, garantire il controllo sui dati e aumentare la resilienza dei servizi digitali. L’approccio che era stato scelto in passato dal tandem Vittorio Colao-Roberto Baldoni era stato quello di centralizzare la gestione del cloud PA. Successivamente, l’attuale governo e l’attuale presidente di ACN, Bruno Frattasi, hanno optato per una gestione localizzata, in piena continuità con l’idea di autonomia differenziata verso cui Palazzo Chigi sta virando.

In ogni caso, l’obiettivo di un pieno e completo funzionamento del cloud della PA (al netto delle migrazioni delle piccole e grandi istituzioni di pubblica amministrazione italiane, attualmente avvenute in percentuali ritenute soddisfacenti) è fissato sempre al 2025. Il regolamento che entrerà in vigore il 1° agosto resta una milestone fondamentale per fare in modo di stabilire, una volta per tutte, la cornice all’interno della quale operare.

«Dare stabilità alla regolazione dei servizi cloud rappresenta il raggiungimento di una tappa fondamentale per la nostra Agenzia – ha detto Bruno Frattasi -. L’ambizione è quella di rappresentare, per le PA impegnate nei processi di transizione al cloud, un punto di riferimento che potrà orientarle nella scelta delle soluzioni più congeniali». Alessio Butti, sottosegretario alla transizione digitale, ha sottolineato come le tempistiche di approvazione del regolamento rispettino la timeline prevista per l’adozione del Cloud PA nell’ecosistema Paese.

Nel prossimo articolo del monografico, analizzeremo i punti salienti del Regolamento che avrà – come detto – l’obiettivo di fissare degli standard molto precisi per data center e servizi cloud al fine di poter soddisfare le esigenze del settore pubblico. Inoltre, il regolamento andrà a descrivere come classificare i dati e i servizi digitali, a seconda di un livello prioritario per ciascun settore della pubblica amministrazione. Infine, come già evidenziato, il principio dei requisiti: qualsiasi provider che entri a far parte dell’elenco delle infrastrutture cloud disponibili dovrà assicurare un significativo livello di garanzia e sicurezza.

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