Aruba ha inaugurato il grande data center di Roma

All'interno del Tecnopolo Tiburtino, nata in Toscana ha tagliato i nastri. Si tratta del primo centro di archiviazione (e non solo) nell'area del Centro-Sud

03/10/2024 di Enzo Boldi

Non basta avere degli strumenti all’altezza per ampliare il raggio d’azione della digitalizzazione del settore pubblico e privato. Occorre anche trovare delle soluzioni per mettere un freno alla dipendenza dai prodotti e servizi “offerti” dalle multinazionali oltreoceano. Quando si parla di sovranità digitale – anche se questo concetto è stato fatto proprio da alcune “aree politiche” per meri fini elettorali -, infatti, occorre sottolineare come per ogni singolo Paese sia necessario trovare aziende “locali” in grado di fornire servizi (Cloud e non solo) in grado di resistere all’impatto della concorrenza multi-miliardaria delle cosiddette – anche se oramai il termine è desueto – Big Tech. E proprio in questa direzione deve essere letta l’inaugurazione del primo grande Data Center di Aruba a Roma.

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Nella giornata di ieri, mercoledì 2 ottobre, al Tecnopolo Tiburtino della Capitale (che già ospita oltre 150 aziende del mondo tecnologico) sono stati tagliati i nastri dell’Hyper Cloud Data Center di Roma che farà parte del grande progetto – che sarà implementato nei prossimi anni, con lo step successivo previsto per la metà del 2025 – che prevede la creazione di un enorme Campus Data Center. Un investimento, almeno per il momento, da 300 milioni di euro.

Data center Aruba a Roma, l’inaugurazione

Aruba è un’azienda toscana, nata a Firenze 30 anni fa. Dal 1994 al 2000 il suo nome era Technorail S.r.l, poi – gradualmente – è stata modificata la sua denominazione in quella che conosciamo ora. La sede principale è in provincia di Bergamo, a Ponte San Pietro. E proprio in quella zona c’è il più grande data center italiano inaugurato nel 2017. Gli altri due si trovano ad Arezzo. Dunque, quello di Roma rappresenta un grande passo per iniziare a mettere le basi anche nel Centro-Sud.

Una mossa che ha un’importanza strategica rilevante in vista dei piani futuri dell’azienda che non offre soluzioni solamente ai privati, ma anche alla Pubblica Amministrazione.

«Con l’attivazione dell’Hyper Cloud Data Center di Roma – ha spiegato l’amministratore delegato di Aruba, Stefano Cecconi, all’inaugurazione -, possiamo aumentare significativamente la capacità di spazio e potenza a disposizione dei nostri clienti, rispondendo alla rapida crescita dei consumi prevista dallo sviluppo del cloud e di tecnologie come l’intelligenza artificiale».

Un hub che sarà strategico per quel che riguarda l’archiviazione digitale dei dati e le future implementazioni tecnologiche. Anche perché si parla di un progetto che coprirà un’area di 74mila metri quadrati, di cui 52mila dedicati proprio ai data center. Dunque, un enorme passo in avanti per l’azienda italiana. E un grande passo verso la cosiddetta “sovranità popolare”. Ma qui c’è una nota stonata: all’inaugurazione era assente il governo, che non ha mandato ministri o sottosegretari. Al loro posto il “solo” capo di gabinetto del Ministero delle Imprese e del Made in Italy.

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