Il 40% degli italiani ha commesso atti di pirateria: i dati FAPAV

È quanto emerge da un'indagine condotta da Ipsos per la Federazione anti-pirateria audiovisiva. I numeri sono in calo rispetto al passato

12/07/2024 di Enzo Boldi

Ci sono numeri che, seppur in calo rispetto al passato, devono far riflettere. Parliamo dei dati dell’incidenza della pirateria audiovisiva in Italia raccolti da Ipsos in un’indagine commissionata da FAPAV (Federazione anti-pirateria audiovisiva) che fanno una fotografia di quel che è accaduto nel nostro Paese lo scorso anno. Quel 39% di violazioni del diritto d’autore è un numero che deve essere spiegato, trattandosi di una percentuale che non racconta l’intero ecosistema della pirateria.

LEGGI ANCHE > Come funzionerà (?) Piracy Shield 2.0

Secondo l’indagine, infatti, quasi 4 italiani su 10 hanno commesso nel 2023 almeno un atto di pirateria. Dunque, il 39% degli italiani ha “confessato” di aver – anche una tantum – effettuato un download illegale di film, serie TV, musica o aver assistito a un evento live (anche sportivo), senza pagare un abbonamento. Comprese la famose piattaforme IPTV. Questo numero deve essere necessariamente confrontato con la stessa rilevazione avvenuta l’anno precedente: se nel 2023 sono stati stimati 319 milioni di atti di pirateria, nel 2022 ne erano stati stimati 345 milioni. A conti fatti, lo scorso anno il dato è calato di tre punti percentuali rispetto alla rilevazione precedente.

Dati pirateria in Italia

Il grafico reso pubblico da FAPAV, mostra come ci sia stato un calo drastico degli atti di pirateria in Italia, che si sono più che dimezzati rispetto al 2016. Dunque, parliamo di un fenomeno in calo rispetto alle rilevazioni precedenti.

Dati pirateria in Italia, l’indagine FAPAV-Ipsos

Tra gli audiovisivi più scaricati illegalmente ci sono i film, mentre è in calo l’incidenza dei dati pirateria in Italia legati alla fruizione illegale di eventi sportivi legati ai diritti di trasmissione:

«Per quanto riguarda lo sport live, a fronte di un’incidenza della pirateria stabile, gli atti crescono rispetto al 2021, ma diminuiscono rispetto al 2022, superando i 36 milioni. Nel 2023 sono state stimate 11,4 milioni di fruizione perse (+0,4 mln rispetto al 2021) con un danno economico complessivo di circa 285 milioni di euro». 

Numeri che restano molto elevati, anche se in diminuzione rispetto allo scorso anno. Dunque, non è lo sport il principale oggetto delle attenzioni di chi vuole fruire di contenuti audiovisivi senza pagare l’abbonamento alle diverse piattaforme sul mercato.

L’effetto Piracy Shield? No

Ovviamente questo calo – generale e per sport live, nello specifico – non è assolutamente figlio della piattaforma Piracy Shield. I dati raccolti da Ipsos per FAPAV fanno riferimento a tutto il 2023, mentre lo scudo anti-pirateria che tanto sta facendo discutere (per la scarsa trasparenza nella comunicazione e per il raggio d’azione che rischia di paralizzare IP e domini “innocenti”, senza possibilità di ottenere indietro il maltolto in un ragionevole lasso di tempo) è entrato in vigore dall’inizio di febbraio del 2024.

Dunque, nessuna correlazione temporale. Inoltre, questi dati dovrebbero far riflettere sui tanti problemi legati alla pirateria. L’Italia si è concentrata sul calcio, tralasciando non solo molti altri sport, ma anche tutto quell’ecosistema di contenuti audiovisivi che non vengono monitorati dalla piattaforma. Di fatto, se un utente guarda una partita in modo illegale rischia di essere “pizzicato”, ma se effettua il download di un film i pericoli per lui sono di gran lunga inferiore. Nonostante lo sport non sia al vertice della “classifica” dei contenuti più piratati nel nostro Paese.

 

Share this article