Per “tutelare” i milionari del calcio, l’Italia vuole sfasciare Internet

I due emendamenti al decreto Omnibus sono stati scritti da senatori che, evidentemente, non conoscono il funzionamento della rete

28/09/2024 di Redazione Giornalettismo

Sì, chiamateci pure populisti per la scelta di questo titolo. Poi, però, non dite che non vi avevamo avvisato. Il Parlamento italiano, infatti, è chiamato ad approvare due emendamenti – al cosiddetto decreto Omnibus – che vanno a modificare (in peggio, per quando possibile) l’attuale schema del Piracy Shield, la piattaforma anti-pirateria entrata in funzione nel febbraio scorso. Due modifiche strutturali scritte da chi – evidentemente – non ha una conoscenza approfondita (per usare un eufemismo) del funzionamento di Internet e della rete. A proporre questi cambiamenti, infatti, sono stati tre senatori della maggioranza che prima dell’inizio della loro attività politica facevano i bancari, i medici e gli assicuratori. Insomma, non propriamente esperti del settore.

Emendamenti Piracy Shield, Internet in un mare di guai

Questa inesperienza è raccolta in questi due emendamenti che rappresentano un enorme rischio per la permanenza e la persistenza di Internet in Italia. Nel primo c’è la dimostrazione che il legislatore non conosca il reale funzionamento di un indirizzo IP; nel secondo c’è un vero e proprio obbrobrio giuridico che va ben oltre le dinamiche digitali: una sorta di censura preventiva, basata sul mero “sospetto” che si stia commettendo un’attività illecita. Ovvero la trasmissione illecita delle partite del campionato italiano di calcio di Serie A.

Ed è proprio l’azienda multi-milionaria del calcio che “move il soel e l’altre stelle”. Anzi, gli interessi della politica. Qualora i due emendamenti fossero approvati, ci troveremmo di fronte a una probabile diaspora di tutti quegli attori che (seppur con dei limiti) ci consentono di navigare in Internet ogni giorno. Si va verso norme digitalmente illiberali, ricalcando princìpi noti a Paesi come Cina e Corea del Nord, non propriamente famosi per la democrazia. Il tutto per inseguire gli interessi del calcio.

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