Il popolo dei social vs il Paese reale, che risultati ci suggerivano le interazioni su Facebook

Il social network, particolarmente utilizzato per le sponsorizzazioni politiche dai vari partiti, ha restituito un quadro molto diverso da quello delle urne

10/06/2024 di Gianmichele Laino

Che ci fosse uno scollamento tra tutto ciò che è rappresentato dai social network e quella che è la realtà è una tesi che Giornalettismo porta avanti da diverso tempo. La cosa viene confermata anche dall’analisi effettuata dal team di Elikona che, dopo la chiusura della campagna elettorale, ha elaborato alcuni dati rispetto alla presenza su Facebook dei principali partiti politici in lizza per le elezioni europee 2024. Considerando valori come numero di followers delle pagine principali, dei leader di partito, dell’audience raccolta in seguito alla sponsorizzazione di alcuni contenuti promozionali, Elikona ha dato una sua versione dei risultati delle elezioni europee secondo un social network come Facebook, quello maggiormente utilizzato dalla politica per diffondere messaggi (ma anche quello che, ormai, appartiene soltanto a una determinata fetta di pubblico “over”). I risultati, salvo alcune eccezioni, non fotografano affatto la situazione politica all’indomani dello scrutinio.

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Europee 2024 sui social, i risultati confrontati con quelli reali

Per ottenere le seguenti percentuali, Elikona ha preso in considerazione il minimo tra i followers, i likes sui post delle pagine esaminate e la reach media delle sponsorizzazioni. In questo modo, ha potuto fotografare sia l’audience attiva (quella che interagisce sui contenuti proposti da partiti e leader politici), sia la penetrazione verso un’audience passiva (quella raggiunta dalle sponsorizzazioni). Ovviamente, come abbiamo visto in altri articoli di Giornalettismo della scorsa settimana, ci sono dei partiti e dei leader che hanno scelto di non sponsorizzare, dunque abbiamo individuato due “proiezioni” sulla base di questo criterio dirimente. Se consideriamo anche la reach media delle sponsorizzazioni, il risultato che viene fuori è il seguente:

LEGA (+ Matteo Salvini) – 14,86%
M5S (+ Giuseppe Conte) – 14,58%
Sinistra Italiana e Verdi (+ Nicola Fratoianni e Angelo Bonelli) – 12%
Fratelli d’Italia – 8,48% con Giorgia Meloni che non ha sponsorizzato i contenuti sulla sua pagina
Italia Viva, PiùEuropa, Radicali (+ Matteo Renzi) – 7,65%
Azione (+ Carlo Calenda) – 4,17%
Partito Democratico (+ Elly Schlein) – 4,14%
Cateno De Luca – 3,34% con Libertà che non ha una sua pagina nazionale
Forza Italia – 0,66% con Antonio Tajani che non ha sponsorizzato i contenuti sulla sua pagina
Alternativa Popolare – 0,33%

Se si considera che Michele Santoro e il suo Pace, Terra e Dignità non hanno sponsorizzato alcun post, l’indice percentuale per le performance del partito sui social network è stato molto alto, raggiungendo il 29,37% (ma il dato è edulcorato dall’assenza di un fattore determinante, dunque occorrerà valutare la tabella successiva per misurare meglio la performance prevista sui social network).

La proiezione senza considerare le sponsorizzazioni, ma solo l’organico

Se eliminiamo dall’aggregazione del dato il risultato delle sponsorizzazioni e ci concentriamo solo sulla forza organica delle pagine e dei post, ecco che le carte in tavola cambiano nuovamente:

Lega (+ Matteo Salvini) – 30,69%
M5S (+ Giuseppe Conte) – 28,59%
Fratelli d’Italia (+ Giorgia Meloni) – 16,74%
Italia Viva, PiùEuropa, Radicali, Partito Socialista (+ Matteo Renzi) – 8,05%
Pace, Terra e Dignità (con la pagina di Michele Santoro) – 5,70%
Partito Democratico (+ Elly Schlein) – 3,73%
Sinistra Italiana e Verdi (+ Nicola Fratoianni e Angelo Bonelli) – 2,33%
Forza Italia (+ Antonio Tajani) – 1,81%
Azione (+ Carlo Calenda) – 1,65%
Alternativa Popolare – 0,06%

Come si può vedere, nell’elezione del traffico organico sui social vengono sovrastimati Lega, M5S, Stati Uniti d’Europa e Pace, Terra e Dignità di Michele Santoro. Molto distanti dal reale risultato elettorale, invece, il Pd, Forza Italia e Alleanza Verdi Sinistra. Anche Azione perde per difetto (ma comunque sotto alla soglia di sbarramento di un ipotetico 4%), così come perde rispetto alla portata reale del suo risultato Fratelli d’Italia. Insomma, il popolo dei social network – e di Facebook in particolare – avrebbe incoronato Salvini e M5S, come se fossero state le politiche del 2018. Un risultato molto diverso da quello delle urne.

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