Il tracciamento di Stato per chi usa un NCC

Dal prossimo 3 gennaio 2025, diventerà obbligatorio il Foglio di Servizio Elettronico all'interno del quale, per tre anni, saranno conservati i dati di chi usufruisce del servizio. Non solo nome e cognome, ma anche codice fiscale e dettagli degli spostamenti

21/12/2024 di Redazione Giornalettismo

Se dovesse capitarvi di prendere un “Noleggio con Conducente” (compreso Uber) sappiate che a partire dal prossimo 3 gennaio 2025, i vostri dati personali – compresi quelli relativi allo spostamento di quel “viaggio” – saranno tracciati e rimarranno a disposizione delle autorità giudiziarie e delle forze dell’ordine per ben tre anni. Questo è quanto previsto all’interno di un decreto interministeriale che entrerà in vigore tra poche settimane, quello in cui si parla non solo della piattaforma dedicata alla registrazione dei mezzi, delle licenze e degli autisti, ma anche del FDSE (Foglio di Servizio Elettronico) per gli NCC. Ogni volta che effettuerete una prenotazione e usufruirete di questo tipo di servizi, il vostro nome, cognome, codice fiscale, il punto di partenza e d’arrivo, l’ora di partenza e di arrivo, dovranno essere inseriti in questo database, con i dettagli – seppur pseudonimizzati – che rimarranno a disposizione per 36 mesi.

FDSE per NCC, saranno tracciati anche i “clienti”

Di fatto, dunque, ci sarà un tracciamento degli spostamenti per chi usa NCC, mentre tutto ciò non accadrà per chi utilizza i taxi. Ma come funziona questo Foglio di Servizio Elettronico? Di fatto, si tratta della versione “digitale” del Foglio di Servizio cartaceo, ma con una differenza sostanziale: se quest’ultimo aveva una durata massima di 15 giorni, quello che diventerà obbligatorio dal prossimo 3 gennaio avrà una durata di tre anni. Un problema non da poco, sottolineato anche dal Garante Privacy. La stessa Autorità per la Protezione dei Dati Personali, infatti, già in passato aveva fortemente contestato la proporzionalità di questa misura, soprattutto alla luce di quanto previsto dal GDPR. E le prime segnalazioni risalgono, addirittura, al 2019.

La norma, infatti, risale al dicembre del 2018, sotto il governo Conte-1. Dunque, parliamo di una questione nota da tempo, ma rimasta nel cassetto per anni. Il governo Meloni, nelle figure di Salvini e Piantedosi, hanno dato vita a questo decreto interministeriale che – di fatto – rappresenta un tracciamento (oltre che un trattamento per finalità che non possono giustificare questo tipo di azione) dei movimenti di chi prende un NCC.   

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