Gli italiani hanno ancora fiducia negli influencer (nonostante tutto)

Dopo un leggero impatto successivo al caso del pandoro-gate che ha coinvolto Chiara Ferragni, gli italiani ritornano ad avere fiducia nelle proposte dei content creator e degli influencer

28/06/2024 di Gianmichele Laino

La flessione c’era stata – effettivamente – nel mese di gennaio 2023, quando (all’indomani delle vacanze natalizie) aveva preso forma e sostanza il caso del Pandoro Balocco che aveva coinvolto Chiara Ferragni per una mancata trasparenza rispetto all’iniziativa benefica collegata alla campagna di marketing. La fiducia degli utenti italiani delle piattaforme social era scesa al 67%, subendo una brusca contrazione rispetto al pregresso. Del resto, l’imprenditrice digitale che da sempre aveva alimentato il “sogno digitale italiano” si era appena presentata di fronte alla telecamera del suo smartphone per chiedere scusa su quello che – inizialmente – era stato definito un «errore di comunicazione». Quando era palese – sin dalle prime cronache – che qualcosa di poco chiaro nella gestione di una campagna benefica collegata a una pubblicità c’era effettivamente stato. Logico, dunque, che la fiducia in tutta la categoria (di cui Chiara Ferragni è chiaramente stata la parte per il tutto) era venuta meno.

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Torna a crescere la fiducia negli influencer: il report di Bva Doxa per Flu

Il report recente di Bva Doxa per Flu (una importante agenzia di Influencer Marketing di Milano) ha dimostrato che, nell’ultimo periodo, la fiducia negli influencer è tornata a salire e si attesta, attualmente, intorno al 73%, un valore simile al pre pandoro-gate.

La crescita del dato è stata interpretata come la testimonianza che, ormai, in seguito alla campagna mediatica successiva al caso del Pandoro Balocco, gli utenti sono maggiormente informati su ciò che caratterizza una buona o una scorretta comunicazione sui social network. Secondo il sondaggio – condotto su un campione di oltre 1000 utenti dei social network di ogni fascia d’età -, tuttavia, la categoria dei macro-influencer resta quella penalizzata: soltanto il 27% del campione ha affermato di seguirli, mentre il 66% dei partecipanti al sondaggio (la maggior parte) afferma di preferire gli influencer con una audience media.

L’interesse personale è il principale criterio seguito dagli utenti per scegliere quale influencer seguire e questo interesse personale, a quanto pare, coincide sempre di più con la passione per i viaggi o per le modalità attraverso cui trascorrere il proprio tempo libero. Inversione di tendenza, dunque, e ritorno di fiamma – dopo un periodo di flessione – rispetto all’interesse per gli influencer e – di conseguenza – per l’indotto che possono generare. Ovviamente, però, il caso Ferragni ha dimostrato che il settore è volubile. Cosa succederà al prossimo pandoro-gate?

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