Il giallo dell’hashtag “Telegram” bannato su X

Nelle ore successive all'arresto di Durov in Francia, sulla piattaforma non era possibile indicizzare i propri post con l'hashtag con il nome della piattaforma

26/08/2024 di Enzo Boldi

Ma come è possibile che la patria digitale della libertà di espressione abbia bannato l’hashtag Telegram in seguito alla notizia dell’arresto di Pavel Durov in Francia? E come è possibile che il paladino (a convenienza) del “free speech” non abbia proferito parola su questa “censura”? Si tratta di due interrogativi su cui, probabilmente, non troveremo mai una risposta. Sicuramente non dalla piattaforma X, che ha deciso di non spiegare a nessuno il motivo per cui l’hashtag sia stato oscurato per moltissime ore.

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Piccola premessa, visto che abbiamo letto proprio su X risposte piccate da chi ha provato (fallendo) a sostenere che non ci fosse stato alcun “ban” dell’hashtag Telegram sulla piattaforma: nelle ultime ore, quelle successive all’arresto in Francia di Pavel Durov, sul social di Elon Musk era impossibile effettuare ricerche utilizzando il “cancelletto” (#) davanti al nome della piattaforma di messaggistica istantanea. Chi tentava di seguire questo percorso, veniva rimandato a schermate di questo tipo:

Due facce della stessa medaglia, con l’indicizzazione (a questo servono gli hashtag) impossibile. Ovviamente, però, a essere bannata non è la parola “Telegram” (che, infatti, è stata la prima in tendenza e lo è ancora ora), ma proprio l’hashtag.

Hashtag Telegram bannato su X per molte ore

Una premessa doverosa per evitare di incappare in commenti privi di contesto. Ma torniamo al punto iniziale: perché la “patria” digitale del “free speech” ha deciso di bloccare questo hashtag? In molti hanno parlato di un bug, ma questi problemi si possono registrare (come già accaduto in passato) a livello generale: bug che colpiscono un solo hashtag non esistono, proprio per definizione. Dunque, non è possibile parlare di una falla relativa esclusivamente a questo hashtag. E allora, cosa è successo? Se è vero che la parola “Telegram” non ha subìto alcun tipo di limitazione, quanto accaduto all’hashtag appare molto sospetto.

Come al solito, la scarsissima trasparenza di X si è palesata anche in questa occasione. L’impossibilità di indicizzare un argomento attraverso l’hashtag dedicato non è stata spiegata dalla piattaforma. Eppure, da colui il quale – Elon Musk – continuiamo a sentir ripetere poemi sulla libertà di espressione di cui si erge a paladino ogni volta, ci si sarebbe aspettati non solo la mera (e a convenienza, con lui stesso che ha deciso di prendersi il palco equiparando la storia e il destino di Pavel Durov al suo) solidarietà, ma anche un atteggiamento non censorio. Eppure, non è andata così. Anche se i negazionisti tifosi di Musk negano le evidenze.

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