A cosa servirà il data center di Aruba a Roma?

Mercoledì è stata inaugurata la prima parte del T4, ma con le successive implementazioni diventerà uno snodo fondamentale in termini di digitalizzazione del Paese

03/10/2024 di Enzo Boldi

Non si tratta di un semplice data center, ma di un Hyper Cloud data center inaugurato – in attesa di una futura (e già programmata) implementazione – da Aruba a Roma. Quello che è stato inaugurato mercoledì 2 ottobre nella capitale, all’interno del Tecnopolo Tiburtino, rappresenta un enorme passo in avanti (e non solo a livello tecnologico) per quel che riguarda l’attività di archiviazione di dati da parte dell’azienda nata in Toscana nel lontano 1994. Un punto strategico, anche per quel che riguarda la geografia digitale del nostro Paese, che offre soluzioni importantissime per il presente e pone le basi per il futuro.

LEGGI ANCHE > Aruba ha inaugurato il grande data center di Roma

Ma cos’è un Hyper Cloud data center come quello inaugurato da Aruba a Roma e quali sono le differenze con quelli “tradizionali”? Questi ultimi sono degli edifici all’interno dei quali sono contenuti i server per l’archiviazione digitale dei dati e la loro elaborazione. Fino a qui, non ci sono divergenze. La diversità è, però, in alcuni elementi strutturali: l’evoluzione “hyper” è progettata consentire una scalabilità attraverso l’aggiunta o la rimozione di risorse “in tempo reale”, una flessibilità che è alla base della tecnologia “cloud” e una potenza di calcolo molto più elevata. Dunque, si tratta di un enorme passo in avanti che – nel caso specifico – è potenziata dai collegamenti diretti con gli altri data center di Aruba (i due di Arezzo e quello – il più grande e “potente” – di Ponte San Pietro) e con i principali Internet Exchange Point italiani.

Hyper Cloud data center Aruba a Roma, a cosa servirà?

Come è stat spiegato nella presentazione, durante l’inaugurazione, la struttura – quando sarà ultimata – occuperà uno spazio di 74mila metri quadrati e avrà una capacità IT complessiva di 30 MW. Inoltre, il progetto finale prevede la creazione di altri 4 data center – tutti all’interno del Tecnopolo Tiburtino – che saranno indipendenti tra loro, aumentando ancor di più la possibilità di archiviare ed elaborare digitalmente i dati. Se dal punto di vista tecnico la struttura appare avveniristica, occorre capire a cosa servirà questo enorme data center evoluto.

Oltre a rappresentare il primo e concreto passo verso il Centro-Sud, la scelta della capitale va a colmare un gap tecnologico che ha visto – in linea generale e non solo per Aruba – investimenti tecnologici quasi sempre esclusivamente impiantati nella zona Nord del Paese. Ma che farci con tutti questi server? La risposta l’ha data proprio l’amministratore delegato dell’azienda Stefano Cecconi:

«Non sappiamo cosa ospiteremo, potrebbe essere infrastruttura cloud o un servizio fiduciario come la PEC, oppure macchine per l’intelligenza artificiale». 

In realtà, già dal giorno dell’inaugurazione all’interno dei server sono stati processati, archiviati ed elaborati moltissimi dati, a partire dai servizi finanziari della Pubblica Amministrazione a quelli “standard” delle aziende private, passando per lo streaming.

 

Share this article
TAGS