Gli incubatori d’impresa in Italia funzionano veramente?

Una dinamica sempre più diffusa, con differenze tecniche e geografiche

22/06/2024 di Redazione Giornalettismo

Negli ultimi anni, il fenomeno delle startup e piccole e medie imprese innovative è diventato di tendenza anche in Italia. Contestualmente, è cresciuto (e sta continuando a farlo) anche il numero di incubatori d’impresa. Anche se sono suddivisi geograficamente in modo non equo nello Stivale, sempre più idee imprenditoriali passano per queste organizzazioni che ricoprono un ruolo sempre più fondamentale per lo sviluppo del tessuto socio-economico del Paese. Ne esistono di due macro-categorie: quelli certificati e quelli non certificati. Per ottenere la certificazione occorre essere iscritti presso il Registro delle Imprese e rispettare diversi requisiti. Attenzione, però: ne esistono di non certificate che hanno scelto di non fare richiesta per la certificazione in modo tale da offrire maggiore flessibilità ai “clienti”.

Incubatori d’impresa, la situazione in Italia

Quello degli incubatori è un mondo molto variegato. Ce ne sono di pubblici e di privati e anche di universitari. A loro si rivolgono quegli imprenditori che cercano una strada (anche formativa) per entrare in contatto con il mondo dell’impresa e ritagliarsi un ruolo cercando una spinta dal basso. Poi ci sono le agevolazioni a cui si può accedere solo se ci si rivolge a un incubatore certificato. Fondi di garanzia messi a disposizione dallo Stato, esenzioni dal pagamento dei bolli e remunerare i propri collaboratori con strumenti di partecipazione al capitale sociale. Come detto, però, il “bollino” del certificato può dar sì maggiore parvenza di affidabilità, ma ci sono realtà non certificate che offrono soluzioni migliori e con più flessibilità.

Giornalettismo ha intervistato Carlo Borgomeo, esperto di sviluppo locale e di politiche di promozione di imprenditorialità, che ci ha descritto la situazione degli incubatori in Italia. Secondo lui, c’è un enorme problematica che riguarda la politica: si rincorre troppo spesso quel concetto di “innovazione”, creando un terreno poco premiante per chi ha delle idee non innovative, ma magari migliorative di un qualcosa di già esistente.

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