La storia di inReception come esempio di innovazione nel turismo digitale italiano

L’intervista a Egidio Criscuolo, founder e CEO di uno dei più interessanti progetti di channel manager made in Italy

27/06/2024 di Matteo Forte

Un maggiore controllo della propria struttura ricettiva, per rendere ulteriormente smart e digitale il sistema dell’ospitalità turistica in Italia. Tra le tante proposte che, come abbiamo visto, rendono più efficace il rapporto tra i proprietari delle strutture ricettive e i potenziali ospiti, è opportuno segnalare quella di inReception che, dal nostro osservatorio, sembra avere le carte in regola per avvicinare il titolare di una struttura a una gestione autonoma del proprio business, per certi aspetti distaccandosi da quel doppio filo con cui spesso ci si lega alle Online Travel Agencies leader del settore.

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Quali sono le prospettive di inReception

Egidio Criscuolo, CEO e Founder di inReception, ci ha spiegato di cosa stiamo parlando: «inReception è una soluzione all-in-one – dice a Giornalettismo -. L’idea di inReception era quella di creare un’unica soluzione completa per tutte le esigenze quotidiane del gestore. Inizialmente è stata pensata per la piccola ricettività, quindi le strutture extra alberghiere. Oggi gestiamo anche strutture grandi, ovviamente, ma il focus era quello di realizzare un prodotto accessibile a tutti, sia in termini di semplicità d’utilizzo, sia di costo, che permettesse alle strutture ricettive piccole – che in Italia sono la maggior parte -, di avere a disposizione una soluzione completa, accessibile economicamente, che permettesse di fare tutto all’interno di un unico software».

La categoria di inReception è sicuramente quella dei channel manager, anche se l’idea imprenditoriale prende in considerazione anche altri elementi ed esigenze del gestore della struttura: «Il channel manager – spiega Criscuolo – è sicuramente uno degli strumenti cardine della soluzione di inReception che oggi, tra l’altro, consente non solo di sincronizzare disponibilità, prezzi e prenotazioni, ma anche la parte di contenuti (compresi i messaggi e le interlocuzioni), che sono fondamentali nella relazione con i clienti. A tutto ciò si affianca il PMS (Property Management System), la parte più prettamente gestionale. Parliamo, dunque, di tableau, gestione delle prenotazioni, check-in, check-out, fatturazione, adempimenti di legge. Insomma, di tutto quello che in gergo viene solitamente chiamato il gestionale. Poi c’è la parte invece di vendita diretta quindi il booking engine, il sistema di prenotazione diretto che affiancato al channel manager dovrebbe dare la possibilità di disintermediare una quota di prenotazioni».

L’ecosistema di inReception non punta a scardinare gli equilibri creati dalle grandi OTA come Booking, ma punta a individuare dei punti di forza per offrire ai propri clienti delle customizzazioni e delle personalizzazioni che possano renderli in qualche modo più autonomi da queste ultime. Anche nella gestione delle prenotazioni e nei prezzi da applicare alle soluzioni di ospitalità. Egidio Criscuolo prende in considerazione con attenzione quello che è lo stato attuale del mercato e cerca di farne un punto di forza: «Oggi – spiega -, una gran parte delle prenotazioni vengono dalle OTA (Online Travel Agency), dai cosiddetti canali di vendita, che hanno una potenza di fuoco in termini di costi di promozione online non paragonabile a nessun intervento singolo di specifiche strutture. L’idea era quella che una soluzione del genere potesse sfruttare anche la capacità di promozione delle OTA, avendo una presenza fisica online attraverso il booking engine che con adeguate scelte commerciali potesse rendere la propria prenotazione diretta sempre più conveniente rispetto a quella sui canali. Soprattutto alla luce dei cambiamenti degli ultimi due anni, quando è venuto meno – tra le altre cose – anche l’obbligo della cosiddetta “parity rate” che prima governava i contratti delle OTA e che imponeva la vendita allo stesso prezzo sia diretta che sui canali. Nell’ultimo biennio, l’Unione Europea ha fatto in modo che non fosse più ammissibile in termini contrattuali e quindi oggi c’è la possibilità di vendere a prezzi diversi per fare in modo che la propria vendita diretta sia sempre la più conveniente».

La constatazione è che oggi si fa fatica ad “appropriarsi” in senso stretto della propria clientela: l’intermediazione degli OTA filtra moltissimo questo aspetto e il gestore della struttura è sempre in difficoltà quando si tratta di comunicare con un proprio ospite. La soluzione di inReception ha preso in considerazione anche questo aspetto: «Il problema della dipendenza dalle OTA resta ancora. I canali continuano a fare di tutto per tenere i clienti per sé. Negli ultimi 6-12 mesi, i canali di vendita impediscono la comunicazione con i propri clienti attraverso quelli che erano gli alias e-mail. Oggi è possibile comunicare con i propri clienti solo in una finestra temporale molto limitata a ridosso della prenotazione o a sistemi di comunicazione diretta su canali abilitati come il nostro. Alcune OTA, addirittura, non danno più nemmeno il numero di telefono del cliente: il loro obiettivo resta quello di mantenere ancorato a sé il cliente, indipendentemente dalla struttura che lo attrae».

Bisogna, quindi, distinguersi attraverso nuove soluzioni, come quella sui pagamenti digitali, su cui inReception ha investito risorse ed energie: «Gli strumenti di pagamento conformi alla normativa PSD2 sono un elemento importante. Abbiamo realizzato InReception Pay, in collaborazione con Stripe, che raccoglie le migliori soluzioni presenti sul mercato. Smart pricing per l’aggiornamento dinamico dei prezzi basato su un algoritmo e revenue management sono altre soluzioni che offriamo sulla nostra piattaforma».

inReception, una storia di innovazione tutta italiana

La storia di inReception è partita da una esigenza – il founder, ingegnere informatico, voleva trovare la soluzione ottimale per gestire alcune proprietà nel Cilento, attraverso il soddisfacimento di esigenze specifiche delle piccole strutture d’accoglienza – e si è concretizzata in prodotto. Il suo percorso di crescita è un caso studio che rispecchia quello che, oggi, in Italia, una giovane start-up dovrebbe fare: «Siamo nati come start-up innovativa nel 2015 e abbiamo fatto tutta la trafila che una start-up innovativa dovrebbe fare – ha raccontato Criscuolo -. Abbiamo partecipato a un po’ di contest, siamo stati finanziati da Invitalia nell’ambito del progetto Smart&Start e siamo stati selezionati da H-Farm, uno dei principali acceleratori di impresa in Italia. Siamo stati un anno e mezzo nel loro campus e loro hanno investito su di noi, dandoci la possibilità di esplorare anche nuovi mercati. Adesso stiamo iniziando a ragionare sull’internazionalizzazione, mentre al nostro interno abbiamo quasi tutti gli attori del mondo dell’innovazione italiana. Abbiamo fatto una campagna di crowdfunding di successo con MamaCrowd e abbiamo fatto una operazione di investimento importante, due anni fa, durante la quale è entrata Cassa Depositi e prestiti con il fondo nazionale innovazione. Oggi abbiamo raggiunto una dimensione tale da non considerarci più una start-up in stage».

Il prossimo obiettivo è quello di una evoluzione di prodotto e di uno sguardo molto ampio verso i mercati internazionali: «Da un punto di vista tecnologico il progetto è maturo – conclude Criscuolo -. Ma ci stiamo concentrando, per il futuro, su due evoluzioni software: la disponibilità di app mobile native per migliorare l’esperienza dell’utente e l’aggiunta di funzionalità di intelligence in una versione premium che aggiungeranno una serie di automazioni come l’analisi della reputazione online attraverso la considerazione delle varie recensioni, lo smart-pricing di cui abbiamo già parlato, un chatbot per la risposta alle domande più comuni e una serie di insights proattivi che il sistema sarà in grado di individuare per consigliare la migliore gestione possibile all’operatore. Da un punto di vista commerciale, stiamo realizzando un piano di investimento triennale per finanziare le attività di internazionalizzazione e aprire ai mercati EMEA in primis, con dei gruppi di supporto in lingua: da qui ai prossimi 18 mesi contiamo di adattare la nostra proposta a dei profili più internazionali».

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