La preoccupazione che genera l’intelligenza artificiale nel mondo del cinema
Gli addetti ai lavori hanno seguito con molta attenzione le proteste americane, ma non è bastato per eliminare tutti i dubbi
16/08/2024 di Gianmichele Laino
Anche se, dopo le proteste americane, qualcuno ha avuto la sensazione che la bolla dell’intelligenza artificiale si stesse in qualche modo sgonfiando, affermandosi invece la volontà – sulla scia anche delle rivendicazioni dei produttori di contenuto – di regolamentare in maniera organica l’intervento dell’AI nel mondo del cinema, il ruolo dei software generativi e del loro impiego per sceneggiatura, regia, montaggio e quant’altro continua a destare preoccupazione.
LEGGI ANCHE > La tentazione (errata) delle aziende per puntare sul visual: la Media house con Sora e compagnia
Intelligenza artificiale e cinema, le opinioni degli addetti ai lavori
Come abbiamo avuto modo di evidenziare in un altro passaggio su Giornalettismo, recentemente abbiamo raccolto l’opinione – in merito – di uno dei più importanti sceneggiatori e autori del panorama contemporaneo italiano, Stefano Sardo. Quest’ultimo, che è stato per diverso tempo alla presidenza dei 100autori, ha sicuramente avuto un punto d’osservazione privilegiato su questo fenomeno: «In Italia – ci ha detto – c’è consapevolezza del problema dell’AI nel mondo della sceneggiatura. Eppure non abbiamo dato risposte strutturali: siamo sparpagliati politicamente e non abbiamo una consapevolezza sindacale che ci rende capaci di fare grandi battaglie. Temo che si vada in uno scenario in cui lo dovremo fare, ma non sono super ottimista. L’AI è un po’ lo spettro dell’apocalisse».
Quello che è evidente è che le piattaforme OTT – che per tanto tempo sono state considerate un po’ l’eldorado salvifico del cinema – cercano di replicare il più possibile il successo di un prodotto. Così facendo, generano film e serie tv sempre simili a se stesse, favorendo in questo modo chi è alla ricerca di un database utile a fornire spunti per replicare le produzioni. Se si continua in questo modo, insomma, sarà molto semplice per una AI generativa scrivere al posto di uno sceneggiatore una serie tv o un film che, tuttavia, dopo un po’ non lascerà tracce: come un meme, sarà virale per qualche ora, per poi sparire nell’oblio.
Altri registi e addetti ai lavori hanno evidenziato questo punto: «Se ci si appoggia troppo all’intelligenza artificiale – ci ha detto una fonte che ha familiarità con il modo in cui i grandi OTT operano -, si rischia che l’appiattimento delle serie televisive e dei film proposti dalle piattaforme potrebbe portare anche la stessa intelligenza artificiale a produrre questi film decisamente semplici e poco profondi». Sarà questo il cinema artificiale del futuro?