La baby-prostituta che ha scioccato il Brasile
12/11/2013 di Valentina Spotti
Costretta a prostituirsi per poco più di dieci dollari. Leilah ha undici anni, e tutte le notti sta ai margini della BR-116, una delle più importanti autostrade del Brasile che con i suoi oltre quattromila chilometri collega Porto Alegre con Fortaleza. Coperta con un vestitino striminzito, Leilah aspetta clienti a cui vendere il proprio corpo di bimba per pochi spiccioli.
COSTRETTA A PROSTITUIRSI PER OTTO EURO – «Quando abbiamo finito mi buttano fuori dall’auto – racconta la ragazzina, mostrando i gomiti sbucciati e pieni di lividi – A volte mi fanno scendere con calma, a volte mi buttano giù direttamente sul cemento. Ma non mi vendo per poco. Chiedo venticinque real». Venticinque real. Poco meno di otto euro.
LE TANTE LEILAH DEL BRASILE – È il Daily Mail a raccontare la storia di Leilah: a incontrarla per la prova volta durante un viaggio in Brasile è stato il giornalista Matt Roper che, scioccato dal racconto della piccola, ha cominciato a indagare scoprendo con orrore che, in tutto il paese, c’erano tantissime altre «Leilah», alcune addirittura più giovani di lei. Tutte con alle spalle storie di violenze e abbandono. Come Lilian, 12 anni, abbandonata da sua madre e costretta a prostituirsi dai suoi vicini di casa. Lilian è rimasta incinta, ed è rimasta coinvolta in una rissa scampando per un soffio alla morte dopo aver ricevuto una coltellata sul collo. E c’è Mara, 16 anni, che si è procurata da sola un aborto dopo essere stata violentata dal suo padrone di casa. Leilah era solo una delle migliaia di bambine – alcune di soli nove anni – vendute per il sesso, spesso dalle proprie famiglie. «Mi sono imbattuto in un’epidemia di prostituzione minorile – ha raccontato Roper – Ogni storia era più straziante di quella precedente. Tutte queste bambine sono vulnerabili, non protette e completamente sole. Ho avvisato il governo brasiliano, ma ancora non capisco come questa tragedia possa essere rimasta nascosta tanto a lungo».
LA LEGGE E LA REALTÀ – Così, mentre il Brasile si prepara ad ospitare due eventi sportivi di rilevo globale (i Mondiali di calcio la prossima estate e le Olimpiadi nel 2016) il mondo apprende come la legge brasiliana preveda il carcere da quattro a dieci anni per chi si macchia del reato di induzione alla prostituzione minorile ma anche come nessuno delle persone che mandano queste bambine in strada sia mai stato punito dalla legge. Secondo l’Unicef, in tutto il paese ci sarebbero circa 250.000 prostitute bambine. Di queste, solo una piccolissima parte sono aiutate da Roper, che nel 2011 si è trasferito in Brasile insieme alla moglie per fondare Meninadança, un’associazione che si occupa di togliere dalla strada le prostitute bambine.
(Photocredit: Getty Images, immagini di repertorio)