Se condividi il link di un articolo su Facebook, non si vede l’anteprima: cosa sta succedendo

Si tratta del primo passo verso l'adozione, anche in Italia, della direttiva europea sul copyright

14/12/2021 di Gianmichele Laino

È il primo passo verso l’adeguamento a una direttiva europea dell’ordinamento italiano. Nella fattispecie, stiamo parlando di quella che tutela il copyright e che, oltre agli autori, coinvolge direttamente anche gli editori che hanno costantemente a che fare con i grandi OTT attraverso cui distribuiscono parte dei loro contenuti. Da oggi, gli utenti più attenti – e soprattutto quelli che hanno una particolare predisposizione per la condivisione di link di articoli di testate – avranno notato delle difficoltà nella pubblicazione degli articoli stessi: in molti casi, infatti, potrebbe non comparire l’immagine di copertina scelta per una pubblicazione o il sottotitolo che la testata sceglie per corredare una informazione. Comparirà, insomma, solo il link puro, con il nome della testata di riferimento e il titolo dell’articolo stesso.

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Link su Facebook, perché non compaiono più le foto

Questo perché Facebook, una delle piattaforme che insieme a Google è più chiamata in causa dall’adozione – anche in Italia – della direttiva europea sul copyright, ha deciso di adattarsi e di uniformarsi al principio generale contenuto nel decreto legge dell’8 novembre (approvato nel consiglio dei ministri del 4 novembre scorso), all’interno del quale si ribadisce la necessità – in virtù del concetto di estratto breve – per gli editori di ottenere un equo compenso per gli editori i cui contenuti vengono pubblicati sulle piattaforme social come Facebook o sui motori di ricerca come Google.

Le pagine degli editori hanno infatti trovato, questa mattina, una indicazione piuttosto esplicita sul loro feed: «Cambiano le regole sulle Notizie – si legge -. A seguito dell’entrata in vigore della direttiva europea sul diritto d’autore, quando le persone condivideranno link dalla tua pubblicazione i loro post non appariranno più come prima, a meno che tu non lo consenta». E quest’ultima possibilità viene offerta al titolare della pagina Facebook dell’editore di riferimento attraverso un modulo da compilare che permetterà alle condivisioni di terze parti di essere realizzate come al solito. 

Infatti il discrimine si trova proprio in questo tipo di condivisioni: mentre gli editori non avranno problemi a caricare, come sempre, il contenuto dei loro articoli sulla propria pagina Facebook (con tanto di immagine di copertina, nome della testata, titolo e sommario), saranno gli utenti a non poter condividere automaticamente quel link esattamente come avveniva una volta, ma nella forma “ridotta” con il solo nome della testata e il solo titolo dell’articolo. Una soluzione esteticamente molto meno d’impatto e che, sicuramente, scoraggerà il comportamento dell’utente. 

Le tappe della ricezione della direttiva europea sul copyright e gli effetti pratici

Fonti di Facebook ci fanno sapere, in ogni caso, che si tratta di una soluzione tampone in vista di un altro passaggio fondamentale. Il decreto legge dell’8 novembre, infatti, prevede che le regole per l’equo compenso da corrispondere agli editori siano stabilite dall’Agcom, che sarà l’arbitro delle trattative tra Facebook, Google e gli editori stessi. Il 13 dicembre è stato il primo giorno dell’entrata in vigore del provvedimento, ma l’Agcom ha 60 giorni per stabilire dei criteri comuni (che prenderanno in considerazione l’anzianità di pubblicazione della testata, il numero di giornalisti assunti, le visualizzazioni dei contenuti delle singole testate attraverso le varie piattaforme) per definire l’equo compenso da corrispondere agli editori.

Dunque, la scelta di Facebook è quella di mettere in atto una fase di transizione – eliminando qualsiasi possibilità di entrare in conflitto con la ricezione della direttiva europea sul copyright anche in Italia – in vista poi dell’inizio delle trattative con gli editori. Nel frattempo, questi ultimi potranno sperimentare cosa significa – concretamente – rinunciare all’estratto breve dei loro contenuti su una piattaforma impattante come Facebook: i lettori delle varie testate – a meno che queste ultime non abbiano sottoscritto il modulo per lasciare inalterato lo status quo – non potranno condividere link dal forte impatto visuale, accontentandosi soltanto di un link e di un titolo. Che, per essere compreso a fondo, dovrà essere aperto dagli utenti che vi accederanno a partire dalle condivisioni di terze parti.

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