L’analisi della trollata del calcio Twitter italiano che è diventata una fake news mondiale

Si tratta del caso di un tweet pubblicato immediatamente dopo l'attentato a Donald Trump: diffusa la foto del giornalista sportivo Marco Violi (già al centro del caso Violination). Com'è stato possibile che la stampa di mezzo mondo ci sia cascata?

15/07/2024 di Gianmichele Laino

Un caso clamoroso che, a qualche ora di distanza, ancora non si riesce a spiegare nella maniera più completa. I fatti, ormai noti a tutti, riguardano una vicenda tutta interna al mondo dell’ex Twitter (ora X), ma che potrebbe avere un risvolto pratico, viste le probabili azioni legali che ci saranno e che verranno messe in atto dal giornalista Marco Violi, vittima di una clamorosa fake news. Qualche minuto dopo l’attentato a Donald Trump verificatosi a Butler, un noto account Twitter italiano (famoso soprattutto per disquisizioni calcistiche, con focus prevalente sulla Roma) – ha diffuso un tweet in inglese:

«BREAKING
Per the Butler Police Department the Trump shooter has been arrested at the scene and has been identified as Mark Violets, an Antifa member. Prior to the sh00ting Mark Violets uploaded a video on YouTube claiming “justice is coming”».

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La fake news che ha messo nel mirino Marco Violi

La foto che è stata aggiunta a questa presunta breaking news ritrae proprio Marco Violi, direttore della pubblicazione romagiallorossa.it. Quest’ultimo, in passato, è stato già al centro di un caso clamoroso di diffusione, via Twitter, di una tendenza (la cosiddetta #Violination): a un Twitter Space che prendeva in giro il giornalista Marco Violi si erano aggiunti infatti personaggi internazionali del mondo dello spettacolo, dello sport e della cultura. Già in quella circostanza, Marco Violi spiegò che quello che si era verificato ai suoi danni era stato un atto di cyberbullismo.

Tuttavia, tra il 13 e il 14 luglio, quella che è andata in scena su Twitter è stata una vera e propria propagazione di una fake news: dagli account del Twitter Calcio (un’area tematica autoproclamatasi in questo modo, composta da una serie di account che sono il punto di riferimento delle varie tifoserie delle squadre di Serie A e che danno spesso vita a discussioni estremamente virali – non sempre politicamente corrette) la notizia si è diffusa su alcuni dei principali media, sia negli Stati Uniti, sia in altre parti del mondo.

Uno dei primi a rilanciare la notizia è stato il corrispondente dalla Casa Bianca di Today News Africa, Simon Ateba. Quest’ultimo – in un tweet poi rimosso – aveva diffuso la notizia (senza prima verificandola) che era stata lanciata dagli account del Twitter Calcio. Da questo momento in poi, c’è stata una vera e propria escalation: il canale messicano ForoTV ha lanciato la notizia come se fosse una breaking news.

Ma non è stato il solo. Anche negli Stati Uniti, alcuni canali in diretta streaming hanno diffuso la foto di Marco Violi, spacciandolo per Mark Violets e definendolo l’attentatore di Donald Trump:

La brutta figura del mondo dell’informazione

La storia è andata avanti per tutta la nottata italiana, tanto che – come ha raccontato poi lo stesso Marco Violi – il giornalista romano è stato svegliato intorno alle due di notte da centinaia di notifiche sui propri smartphone. «Le notizie che circolano sul mio conto sono totalmente prive di fondamento e sono organizzate da un gruppo di hater che dal 2018 mi stanno rovinando la vita, addirittura con appostamenti presso la mia abitazione, foto del mio citofono e del mio portone. Dei veri e propri stalker» – ha scritto sul suo account Instagram Marco Violi, annunciando querele e denunce per la giornata di lunedì (ovvero, oggi, 15 luglio).

Ci è voluto molto tempo per far rientrare la notizia. Diverse testate internazionali hanno pubblicato fact-checking per smentire le voci che si sono rincorse, incontrollate, sui social network e la storia è diventata d’interesse sui principali organi di informazione italiani (sono stati dedicati, alla vicenda, dei servizi televisivi anche al TG1, il principale organo di informazione televisivo italiano). Per alcune ore, l’account che aveva diffuso questa fake news è stato disattivato su X, salvo poi tornare a twittare e a dare ulteriori elementi sulla genesi di questo scherzo finito male (soprattutto per la qualità e l’attendibilità del mondo dell’informazione) e a promettere una intervista chiarificatrice. In tutto questo, a uscirne peggio di tutti, è stata la stampa: i giornali che hanno diffuso una notizia senza prima verificarla hanno gettato ulteriore discredito sull’ecosistema mediatico ai tempi di internet e dei social network. Non si possono, poi, sottovalutare le responsabilità di un social network come X, che fatica a moderare i contenuti e a intervenire nel caso di palesi alterazioni della realtà dei fatti.

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