Lo scontro istituzionale tra Italia e USA attraverso X

Mentre c'è chi abbandona la piattaforma in aperta polemica con le scelte politiche di Musk, X diventa il terreno di scontro istituzionale tra il proprietario del social e Sergio Mattarella

14/11/2024 di Gianmichele Laino

Domanda: se è vero e sacrosanto che un privato cittadino può esprimere le sue opinioni liberamente, la stessa cosa vale per chi – a breve – verrà insignito ufficialmente dell’incarico di DOGE (ovvero del dipartimento per l’efficientamento governativo) degli Stati Uniti? O meglio: se queste opinioni possono portare a uno scontro istituzionale, non sarebbe meglio riflettere prima di rispondere ai post su X? In due occasioni, nei giorni scorsi, Elon Musk – che è stato accanto a Donald Trump nella campagna elettorale che lo ha riportato alla Casa Bianca – ha avuto modo di rispondere a due post su X in cui si parlava delle decisioni della giustizia italiana in merito al trasferimento dei migranti nei centri di accoglienza predisposti dal nostro governo in Albania.

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Mattarella-Musk, lo scontro passa anche da X

La prima di queste esternazioni era arrivata a commento di un post di Mario Nawfal, consulente e host di una delle più seguite live su Twitter (oltre un milione e mezzo di follower, sicuramente uno dei megafoni del nuovo corso della piattaforma dopo l’acquisizione da parte di Musk). Nawfal aveva riportato la notizia del rientro in Italia dei migranti dopo la decisione del giudice, così come era stata comunicata dal Financial Times; Musk aveva commentato con un secco: «Questi giudici devono andarsene»:

Aveva poi rincarato la dose, con un retweet con commento del giornalista malese Ian Miles Cheong, che è un altro social influencer del pensiero politico di destra che tanto piace a Elon Musk (non a caso, ha 1,1 milioni di followers anche lui). Anche Cheong parlava – in toni piuttosto forti – della decisione dei giudici italiani sul rientro dei migranti dall’Albania. A metterci il carico era stato proprio Elon Musk, che aveva alzato ancor di più i toni: «Questo è inaccettabile. Il popolo italiano vive in una democrazia o è un’autocrazia non eletta a prendere le decisioni?»:

Per tutta la prima parte della settimana, erano stati i magistrati italiani a rispondere a Elon Musk, pur da una posizione di inferiorità relativa alla potenza mediatica. Poi, però, è successo che – dal Quirinale – è arrivato un vero e proprio tuono. Sergio Mattarella ha affidato (anche) a X la sua reazione: pur non coinvolgendo direttamente ed esplicitamente Elon Musk, il suo messaggio è arrivato chiaramente a destinazione: «L’Italia è un grande Paese democratico e devo ribadire, con le parole adoperate in altra occasione, il 7 ottobre 2022, che “sa badare a se stessa, nel rispetto della sua costituzione”. Chiunque, particolarmente  se, come annunziato, in procinto di assumere un importante ruolo di governo in un Paese amico e alleato, deve rispettarne la sovranità e non può attribuirsi il compito di impartirle prescrizioni».

Le parole del presidente della Repubblica hanno fatto scoppiare il caso nel governo italiano: i sovranisti – da Matteo Salvini a Giorgia Meloni – sono dei grandi ammiratori di Elon Musk (che ha difeso Salvini anche dopo la richiesta del pubblico ministero rispetto al caso Open Arms) e si sono trovati in forte imbarazzo dopo l’intervento del Colle. Per questo, sempre attraverso X, è arrivata la precisazione, affidata all’uomo di fiducia di Musk in Italia, ovvero Andrea Stroppa:

Dalle sue parole, tuttavia, sembra che Musk sia ben deciso nel continuare a utilizzare la sua piattaforma anche per delle esternazioni controverse, nonostante l’incarico nel governo americano ormai prossimo alla formalizzazione. Bisognerà, a questo punto, prendere in considerazione il ruolo che X avrà nelle comunicazioni di Elon Musk: le sue opinioni sul social network coincideranno con quelle del governo che andrà a rappresentare? Oppure esiste da un lato l’Elon Musk istituzionale, che parlerà dagli scranni della Casa Bianca, e dall’altro l’Elon Musk privato cittadino che continuerà a pontificare su X, pur avendo molta più mediaticità (e controllo degli algoritmi, cosa non banale) di un semplice privato cittadino?

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