Per Meta, “no” vuol dire “nì”: l’addestramento dell’AI anche senza il tuo consenso

In attesa dell'arrivo in Europa e nel Regno Unito dell'intelligenza artificiale di Meta, emergono i primi dettagli sulle informazioni raccolte e usate per lo sviluppo

25/05/2024 di Redazione Giornalettismo

Il prossimo 26 giugno, l’intelligenza artificiale di Meta arriverà in Europa e nel Regno Unito. Non c’è stata una comunicazione ufficiale, ma c’è stato un aggiornamento dell’informativa privacy che entrerà in vigore proprio da quella data. E in questi giorni moltissimi utenti hanno ricevuto una notifica sui propri account Facebook e Instagram in cui si fa riferimento all’utilizzo dei dati per l’addestramento di Meta AI. Dunque, come ovvio, l’azienda di Mark Zuckeberg attingerà dai nostri profili e dalle nostre condivisioni per sviluppare i suoi modelli di intelligenza artificiale.

Meta AI, come funziona l’addestramento con i nostri dati

Per essere conforme al Regolamento Generale sulla Protezione dei Dati (e nel tentativo di scongiurare sanzioni relative alla tutela della privacy), la holding di Menlo Park ha messo a disposizione un modulo per far rivendicare il proprio “right to object”, il diritto di opposizione al trattamento dei dati per questo addestramento dell’AI. Basterà compilare un form online per chiedere che le proprie informazioni non siano utilizzate, ma la valutazione della richiesta sarà a discrezione di Meta. Ma non è questo l’unico problema.

Perché se è vero che in questo calderone non dovrebbero rientrare le nostre chat su Whatsapp e Messenger (e neanche i DM su Instagram, tutti coperti dalla crittografia end-to-end), ci sono due fattispecie che potrebbero portare all’addestramento dell’AI di Meta anche senza il nostro consenso. Per esempio: se un utente non dà il via libera all’utilizzo dei suoi dati, ma un suo “amico” lo tagga in un post, una foto, un commento o un video, quell’informazione addestrerà i modelli AI. Ancor più paradossale il secondo caso: anche se non si ha (o non si ha mai avuto) un account social, basta che un utente pubblichi una tua foto affinché quell’immagine finisca nel grande tritacarne che allena l’intelligenza artificiale di Meta.

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