Anche Zuckerberg vuole sedersi al tavolo dei motori di ricerca AI
L'obiettivo non è stato smentito. Anzi, da Menlo Park arrivano solamente conferme
02/11/2024 di Redazione Giornalettismo
Lo ha fatto ChatGPT. Lo ha fatto, ovviamente, anche Google. Ora, però, è arrivato anche il momento di Meta che vuole trovare un posto al tavolo dei motori di ricerca basati sull’intelligenza artificiale. Il progetto si basa sul chatbot di Meta AI – non disponibile in Europa “a causa” delle normative legate alla tutela della privacy degli utenti – che, per il momento, dipende dagli altri motori di ricerca. Quando un utente interroga il chatbot, le risposte provengono da Google o da Bing. Con il nuovo sistema “interno”, si vuole realizzare una soluzione “in proprio” in grado di non dipendere da altri. E se da Menlo Park non sono arrivate delle conferme, c’è da sottolineare che da Zuckerberg non siano arrivate smentite. Anzi, nelle più recenti dichiarazioni è trapelata l’intenzione di puntare tutto sull’AI.
Meta AI e motore di ricerca, cosa vuole Zuckerberg?
Un piccolo tassello in questa direzione è rappresentato dall’accordo di partnership siglato proprio da Meta con la Reuters: l’agenzia di stampa sarà utilizzata come fonte diretta per le risposte agli interrogativi degli utenti americani che utilizzeranno il chatbot. Non è chiaro se l’intesa preveda anche un addestramento dell’AI sviluppata da Menlo Park. E, seguendo la stessa linea, è stato sviluppato anche un modello di linguaggio – Notebook Llama – in grado di realizzare e confezionare podcast, grazie a una funzione chiamata “text-to-speech”.
Ma c’è solo l’AI nel futuro di Meta? Assolutamente no. Intanto c’è il ritorno, seppur parziale e non per tutti, del riconoscimento facciale. Un tempo serviva al tag automatizzato di foto e video, ora per scongiurare il fenomeno delle truffe online utilizzando volti di persone famose. Come gli influencer, gli stessi che sono premiati dal sistema di Instagram che riduce la qualità di riproduzione e i video che ottengono meno visualizzazioni. Insomma, se sei virale vieni premiato, se non lo sei (o sei emergente) vieni penalizzato.
- Anche Meta sta puntando sul suo motore di ricerca AI?
- Meta ha siglato un accordo AI con la Reuters
- E non finisce qui: l’AI di Meta sbarca anche nel mondo dei podcast
- Sta tornando il riconoscimento facciale su Instagram e Facebook (ma non in Italia)
- Se non sei virale, Instagram abbasserà la qualità dei tuoi video