Arrivano le multe automatiche per gli utenti che usano il “pezzotto”

Lo ha annunciato il Presidente di AGCOM: entro la fine dell'anno, il protocollo dovrebbe entrare realmente in funzione, completando quell'iter previsto dalla legge 93 del 2023

23/09/2024 di Enzo Boldi

Dopo il controverso – non per il fine, ma per le modalità – primo effetto della piattaforma Piracy Shield, ecco che entro la fine dell’anno si compirà un altro importante passo verso la lotta contro la pirateria. Come annunciato dal Commissario dell’Autorità per le Garanzie nelle Comunicazioni (AGCOM) Massimiliano Capitanio, è stata trovata l’intesa per il protocollo che – come conseguenza – porterà alla comminazione automatica delle multe per tutti quegli utenti che utilizzano piattaforme di streaming illegali e anche il cosiddetto “pezzotto”.

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Il fine ultimo della legge numero 93 del 2023, dunque, è alle porte. Fino a questo momento, quella norma che ha introdotto l’utilizzo della tanto contestata piattaforma Piracy Shield era stata applicata solamente in parte. Tra mille ostacoli e criticità – di forma, ma anche tecniche e strutturali – si è proceduto alla segnalazione e all’oscuramento di migliaia di indirizzi IP e FQDN a partire dallo scorso 1 febbraio, data in cui è stato dato il via a questo controllo della rete che ha coinvolto non solo AGCOM, ma anche tutti i fornitori di servizi internet.

Multe pezzotto, cosa rischiano gli utenti col nuovo protocollo

Entro la fine dell’anno, però, ci sarà un altro aspetto – quello che interessa maggiormente gli utenti – che porterà al compimento del cosiddetto ddl anti-pirateria approvato nel luglio del 2023. In particolare, il Commissario Capitanio – nel corso di un evento trasmesso in diretta anche su YouTube – ha spiegato:

«L’ultima novità è che ormai è pronto quel protocollo di collaborazione tra la Procura Generale di Roma, la Guardia di Finanza e la nostra autorità che consentirà di scambiarsi informazioni finalizzate ad attuare una legge dello Stato italiano. Una legge che prevede non solo il contrasto alle organizzazioni criminali, ma anche la sanzione da 150 fino a 5mila euro per gli utenti». 

Non vengono spiegate le specifiche tecniche del protocollo di cui parla Capitanio, ma il principio dovrebbe essere uno specchio di ciò che succede già ora. Se, fino a oggi, la piattaforma Piracy Shield si occupa di segnalare e bloccare (obbligando gli ISP a procedere in quella direzione entro 30 minuti dalla segnalazione) gli IP e i FQDN utilizzati per trasmettere illegalmente contenuti coperti da diritto d’autore (nel caso specifico parliamo di quelli soggetti a bandi per la trasmissione audiovisiva delle partite del campionato di calcio di Serie A), dalla fine dell’anno – con l’arrivo del Piracy Shield 2.0 – questo stesso sistema sarà utilizzato per tracciare, segnalare e sanzionare (automaticamente) quegli utenti che si sono collegati a quegli IP e FQDN che trasmettono contenuti pirata. Dunque, non solo le IPTV online, ma anche il classico “pezzotto”.

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