Musk ha acquistato Twitter per estirpare il “woke mind virus” che avrebbe infettato la figlia trans
Questo è quanto trapela dalle anticipazioni che il Wall Street Journal ha fatto sulla biografia di Musk in uscita il 12 settembre
04/09/2023 di Ilaria Roncone
Per inquadrare bene il cosiddetto “woke mind virus” che avrebbe guidato Elon Musk – tra le altre cose – nell’acquisto di Twitter è bene capire innanzitutto il significato della parola woke. Il termine woke indica, in sostanza, il “politicamente corretto” così come viene inteso sa conservatori, repubblicani, politici di destra – questo a seconda dei Paesi – per farsi beffe dell’ideologia progressista di sinistra. Il termine è entrato nel vocabolario nel 2017 con un intento opposto, all’epoca, per via del suo significato (la sua traduzione è: sveglio, stare sveglio, stare all’erta): i membri dei BLM – il movimento Black Lives Matter – lo utilizzavano per sottolineare come bisognasse rimanere sempre all’erta, appunto, rispetto alle ingiustizie sociali e razziali.
Cosa c’entra tutto questo con l’acquisto di Twitter? Parecchio, stando alla biografia di Elon Musk in uscita il 12 settembre sia in Usa che in Italia. Biografia nella quale Walter Isaacson – che per scriverla è stato l’ombra di Musk per due anni, seguendolo nelle visite alle sue società, nelle riunioni e intervistando amici, familiari, colleghi e avversari – ha scritto che l’acquisizione di Twitter è stata guidata, in parte, anche dalla convinzione che la mente di sua figlia Vivian Jenna Wilson – dichiaratasi transgender a sedici anni – sia stata infettata da questo fantomatico virus.
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Gli estratti del libro sul “woke mind virus”
Alcuni estratti della biografia di Elon Musk sono stati pubblicati dal Wall Street Journal e proprio da questi emerge come il magnate abbia definito la figlia «comunista», cambiata dopo aver frequentato una scuola californiana che le avrebbe fatto il lavaggio del cervello spingendola a «pensare che chiunque sia ricco è malvagio». Musk incolpa in parte la scuola e in parte la cosiddetta mentalità woke, appunto, che si sarebbe diffusa su Twitter e che avrebbe provato a spegnere tutte le voci di destra e anti-establishment.
Cosa ha pensato di fare Musk una volta giunto a questa conclusione? Di dimostrarsi persona matura, di affrontare la transizione della figlia facendosi aiutare se necessario? Ovviamente no. Ha pensato bene di comprare Twitter per estirpare questo “woke mind virus” che avrebbe infettato la figlia («A meno che il virus della mente woke, che è fondamentalmente anti-scienza, anti-merito e anti-umano in generale, non venga fermato, la civiltà non diventerà mai multi-planetaria», ha affermato Musk secondo quanto scritto nel libro). Il problema è uno solo: Elon Musk ha acquisito potere, nel tempo, per le sue idee geniali e per i soldi e il successo che ne sono derivati. Un potere e dei soldi che, l’anno scorso, ha scelto di utilizzare per acquisire Twitter così da direzionarlo secondo la sua volontà. Una volontà che, a quanto pare, deriva anche dalla non accettazione della transessualità di sua figlia.
Cosa succederà allora, adesso, quando milioni di persone nel mondo che lo ammirano per la sua storia leggeranno le sue idee in merito alla figlia e, per estensione, in merito alle persone trans? L’opinione di Elon Musk, che nell’essere di sua figlia vede la conseguenza di un virus, potrebbe avere molto più peso di quella di tante persone e di tanti attivisti che in anni e anni di lavoro hanno provato a cambiare la percezione nel mondo delle persone transessuali. Persone che, è bene ricordarlo una volta in più dato che – a quanto pare – il virus woke non ha colpito poi così bene, sono tra le minoranze più discriminate.