L’eterno passaggio al nuovo digitale terrestre (all’epoca dello streaming)

Ancora una volta, gli italiani si trovano di fronte alla risintonizzazione (nel migliore dei casi). Mentre le piattaforme streaming viaggiano su un binario parallelo molto più semplice e flessibile

31/08/2024 di Redazione Giornalettismo

Quante volte avete letto una notizia dal titolo “Oggi si passa al nuovo digitale terrestre”. Ed eccoci nuovamente all’ennesimo giro di boa, con il passaggio di tre canali tematici della Rai (Rai Storia, Rai Scuola e Rai Radio 2 Visual) che saranno i fruibili con tecnologia Dvb-T2 con codifica HEVC. Per il momento, tutti gli altri canali della televisione pubblica (compresi i tre principali) non subiranno modifiche. Sta di fatto che, ancora una volta, gli italiani si trovano alle prese con questi continui cambiamenti che non hanno riflessi solamente su un “obbligo” di risintoniziazione, ma anche sul portafoglio. Come noto, infatti, i vecchi apparecchi televisivi (quelli prodotti prima del 2018) non sono compatibili con queste novità tecnologiche. Dunque, è necessario un cambiamento di tv o di decoder.

Nuovo digitale terrestre e il mondo dello streaming

La novità del nuovo digitale terrestre è rappresentata dalla modalità di trasmissione. Come noto, si sta lentamente passando alla tecnologia DVB-T2 che è stata implementata con la codifica HEVC. In cosa consiste? Si tratta di un codec che funziona come un algoritmo che analizza i singoli frame di un file video per identificare quelli simili tra loro. Questo consente di codificare non più ogni singolo frame, ma solo le differenze tra l’uno e l’altro. In parole semplici? Si ha un maggior “potere” di compressione, mantenendo un livello di qualità di trasmissione elevato. Dunque, una novità importante. Ma è realmente applicabile? Molti italiani, come spiega l’ultimo rapporto Censis, non sono in possesso di televisori o decoder compatibili con queste innovazioni. E lo Stato che fa? Esiste una sola agevolazione (bonus) per una fetta ristrettissima di popolazione.

Al netto di queste questioni, la continua rincorsa della televisione alle novità tecnologiche si scontra con una distopia piuttosto evidente. In un mondo che volge sempre più verso lo streaming, le differenze tra le due soluzioni sono evidenti. La TV deve aggiornarsi continuamente (influendo anche sulle casse dei cittadini), mentre le piattaforme OTT di Video on Demand (gratuite o a pagamento) agiscono attraverso le CDN che hanno un punto di forza importantissimo: funzionano sempre allo stesso modo e anche in caso di aggiornamenti, non è necessario sostituire il dispositivo.

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