I vizi e le virtù del nuovo Tax credit per il Cinema italiano

La riforma è stata molto criticata. Sono cambiati vincoli e criteri, con aliquote che rischiano di penalizzare le produzioni e i produttori più piccoli

21/09/2024 di Redazione Giornalettismo

Come penultimo atto del suo mandato (prima delle polemiche, delle “nomine lampo” e delle dimissioni), l’ex Ministro della Cultura Gennaro Sangiuliano ha messo al firma sul testo del decreto che ha sancito la riforma del  Tax Credit destinato alle produzioni cinematografiche in Italia. Nuovi criteri, nuovi vincoli e perimetri che hanno immediatamente provocato la reazione negativa da parte di molti attori protagonisti della filiera cinematografia italiana, soprattutto per via di alcuni princìpi che – secondo gli esperti – mettono a rischio l’intero ecosistema delle cosiddette “produzioni indipendenti”. Ma perché la nuova versione del credito d’imposta è stata necessaria?

Nuovo Tax credit, i vizi e le virtù della riforma

I dati diffusi dal MiC mostrano come, negli ultimi anni, si sia acuita una tendenza che ha reso molte delle produzioni non “commercializzatili”. Per fare un esempio: dei 1.354 lungometraggi che hanno richiesto l’accesso all’agevolazione fiscale, solamente 756 sono state proiettate nei Cinema italiani. Questo vuol dire che oltre il 44% delle pellicole prodotte – e che hanno avuto accesso al credito d’imposta – non sono mai finite (neanche una volta) nelle sale cinematografiche. Ed è proprio questo uno degli interventi principali della riforma: da ora in avanti, per accedere all’agevolazione fiscale i produttori dovranno garantire la proiezione nelle sale (secondo degli scaglioni basati sul budget di spesa).

Sono cambiati anche moltissimi dei princìpi generali: non solo è stata modificata la definizione di “cortometraggio”, ma sono state date indicazioni ben precise anche per quel che riguarda la produzione di lungometraggi destinati alla televisione e al web. Dunque, cambiano anche i perimetri e i parametri di accesso al credito d’imposta per film e serie prodotti per piattaforme come Netflix, Disney+ e Prime Video.

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