Intanto inizia il ricorso di TikTok contro la norma USA sulla vendita

Oggi è iniziato l'iter che vedrà TikTok opporsi alla decisione, voluta da Biden, di cambiare proprietà per continuare a operare negli Stati Uniti

16/09/2024 di Gianmichele Laino

Al netto dei rumors su un potenziale interessamento di Amazon all’acquisizione di TikTok, oggetto del nostro monografico di oggi, questo lunedì 16 settembre è molto importante per la sopravvivenza di TikTok negli Stati Uniti. Come vi abbiamo più volte raccontato, nel corso del mese di aprile 2024, il presidente degli Stati Uniti Joe Biden ha reso nota la sua intenzione – mettendola nero su bianco in un provvedimento amministrativo – di bannare il social network cinese made in ByteDance se non fosse cambiata la sua proprietà. Il tutto è dovuto ai timori che TikTok potesse avere dei legami con il governo cinese e che, quindi, i suoi servizi potessero essere utilizzati per acquisire dati rilevanti sui cittadini americani. Oggi, TikTok – che ha sempre negato qualsiasi relazione con il governo di Pechino – ha iniziato la sua opposizione, di fronte ai tre giudici della corte d’appello di Washington DC.

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L’opposizione di TikTok agli Usa inizia presso la corte d’appello di Washington

TikTok potrà avvalersi del supporto del team legale anche di alcuni content creator americani – che sostengono con forza la presenza del social network sul proprio territorio, quale motore dell’economia dell’influencer marketing – e di alcuni esercizi commerciali che utilizzano TikTok per promuovere e mettere in vendita i loro prodotti (curiosità: tra questi c’è una bakery del Tennessee e un allevatore del Texas). Oltre a questo supporto, la piattaforma potrà contare anche sul parere di alcuni giuristi che hanno evidenziato come la decisione dell’amministrazione Biden possa impattare sul Primo Emendamento e sulla tradizionale libertà di manifestazione del pensiero su cui la democrazia americana si poggia da sempre. I difensori di TikTok, tra l’altro, sostengono anche che un precedente di questo tipo potrà in qualche modo giustificare, in altre parti del mondo, la repressione della manifestazione del pensiero anche in governi illiberali.

Dall’altro lato, oltre al timore per l’appropriazione indebita di dati personali degli utenti americani, l’amministrazione Biden ha giustificato il suo provvedimento con il pericolo che, attraverso TikTok, si possano diffondere azioni disinformative volte a scatenare rivolte e a condizionare pesantemente l’andamento della vita sociale negli Stati Uniti. Tutto questo, al contrario, dovrebbe essere disincentivato da una proprietà americana (come avviene per Meta, ad esempio, o per X, anche se la titolarità di Elon Musk non sembra essere affatto una garanzia per la moderazione dei contenuti).

La strada legale è il percorso individuato per cercare, in questa fase, di scongiurare una vendita di TikTok negli Stati Uniti e affidare i 170 milioni di utenti del social network a un soggetto come Amazon, pronto a subentrare.

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