Il Nove sta diventando una vera alternativa alla RAI?

I presupposti dicono di sì, la realtà - invece - racconta di un percorso ancora molto lungo per competere con la televisione pubblica e le principali reti commerciali

17/09/2024 di Enzo Boldi

Le ambizioni sono altissime, così come gli investimenti economici fatti negli ultimi anni. Le nuove figure, finora garanzia di un successo televisivo, sono la base da cui partire per quel che riguarda i nuovi palinsesti del Nove, il canale di punta del gruppo Warner Bros. Discovery Italia. Ma la strada per una concorrenza agguerrita alla Rai e alle altre emittenti commerciali (Mediaset in primis), sembra essere ancora ancora molto lunga e raggiungere picchi storici solamente con la programmazione serale non è – attualmente – sufficiente.

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Tanti presentatori di grido che si sono aggiunti a quelli che già da tempo hanno iniziato a lavorare hanno fatto crescere l’attenzione mediatica sulla crescita di questa emittente. E la presentazione dei nuovi palinsesti Nove conferma l’ambizione di voler sedersi al tavolo dei grandi. Ma sarà sufficiente?

 

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Da Amadeus che condurrà il Suzuki Music Party, La Corrida e Chissà chi è (che ricorda molto da vicino “I soliti ignoti”), a Belen Rodriguez che sarà al timone di Only Fun. Novità che si aggiungono a Che Tempo Che Fa di Fabio Fazio, Fratelli di Crozza e ad altri programmi già al centro dei vecchi palinsesti: Accordi e Disaccordi, Cash or Trash, Don’t Forget the lyrics e Little Big Italy.

Palinsesti Nove, ma si sta davvero avvicinando alla Rai?

Con la trasmissione dell’evento musicale in onda il 22 settembre prossimo, dunque, il Nove inizia a competere anche per quel che riguarda la musica italiana. Ma sono solo piccoli passi. Dai nuovi palinsesti, infatti, emergono ancora delle grandi lacune che sembrano orientare il canale verso un pubblico ben definito. Non tanto (o almeno, non solo) per fascia di età, ma per fasce orarie. Tutti i principali programmi su cui sono stati fatti enormi investimenti, infatti, riguardano il pre-serale, l’access prime time e il prime time. Dunque, tutto ciò che va dalle 19 (circa) al termine della serata.

Il day time, invece, risulta essere molto più scarno con la messa in onda – soprattutto in replica – di programmi diventati cult. Dunque, qualcosa di funzionante, ma vecchio. Ed è qui che il Nove sembra ancora mancare. Grandi nomi e ambizioni per quel che riguarda il pubblico serale, mentre poco coinvolgimento per ciò che accade nel resto della giornata dove Rai e Mediaset (ma non solo) continuano ad avere uno share rilevante. Inoltre, continua a mancare una fascia di informazione, con l’assenza atavica di una o più edizioni di un telegiornale strutturato. Ci troviamo di fronte, dunque, a una tv generalista solo in parte.

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