C’è un network pedopornografico in chat, ma Telegram non interviene
Decine di gruppi e chat collegate, scambio di foto e video con minorenni. Un fenomeno diffuso e alla luce del sole. Ma nessuno interviene
26/03/2021 di Enzo Boldi
Un fulcro centrale attorno a cui gravita una vera e propria galassia di gruppi, chat e bot-chat in cui vengono pubblicati foto e video di atti sessuali con giovani ragazze, la maggior parte minorenni. Tutto alla luce del sole: basta fare, infatti, una rapida ricerca sul motore di ricerca dell’applicazione di messaggistica istantanea per entrare in un mondo fatto di revenge porn e filmati amatoriali diffusi in rete. Il fenomeno della pedopornografia su Telegram prosegue inarrestabile, nonostante le continue denunce. Un network organizzato con link, sotto-link e rimandi ad altri gruppi che alimentano questa vergogna. Un problema che va avanti da anni, ma che Telegram non blocca. O non riesce a bloccare.
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Non faremo i nomi dei vari gruppi che costituiscono questo network di pedopornografia su Telegram (qui si spiega perché) ma ci limiteremo a denunciare quanto apparso davanti ai nostri occhi subito dopo aver ricevuto una segnalazione. Il nome di un gruppo a cui accedere tramite il motore di ricerca di Telegram (o su invito) che poi rimanda a un altro link che, a sua volta, rimanda a un altra chat. Ed è lì che quello che sembra essere un solo pianeta disabitato e isolato, si trasforma in una vera e propria galassia.
Pedopornografia su Telegram: tutto alla luce del sole
Parliamo di gruppi con oltre 30, 40, 50mila iscritti. Alcuni si “limitano” a condividere contenuti pedopornografici o di Revenge Porn ricevuti in forma privata dagli utenti. Altri, invece, sono veri e propri gruppi di discussione in cui va in scena un vero e proprio mercato: la mercificazione dei contenuti (spesso amatoriali e privati) in cambio di altri contenuti. Una sorta di baratto che fa della pornografia (anche con protagonisti i minori) l’anima del suo commercio.
Questo il tenore del mercimonio in cui ci si imbatte quando si entra in uno di questi gruppi. Messaggi su messaggi (più 40 al minuto) in cui assatanati di pedopornografia e revenge porn offrono e “acquistano” tramite “baratto” questi contenuti. E mentre si scorre nella chat, compaiono anche le regole redatte da chi gestisce uno di questi gruppi legati allo stesso network pedopornografico su Telegram.
Peccato che prima e dopo questo messaggio, ci siano video, screenshot da Instagram e foto di minorenni condivise e scambiate.
E Telegram non fa nulla?
L’organizzazioni di questi gruppi che compongono il network è capillare. Basta fare una rapida ricerca per trovare altri canali o gruppi di riserva in cui “spostarsi” in caso di ban da parte di Telegram. Insomma, per ogni gruppo che nasce ce ne sono almeno altre 3/4 già pronti per continuare a spacciare contenuti pedopornografici.
E qui stiamo prendendo in considerazione solamente un elenco che compare in una delle chat a cui abbiamo avuto accesso dopo la segnalazione. Uno scherma verticale con, addirittura, contenuti differenti il base al gruppo che a cui ci si iscrive. Tutto alla luce del sole. Più veloci delle segnalazioni e, sicuramente, più veloci di Telegram.