Come si digitalizza senza la banda ultralarga?

C'è ancora un enorme caos attorno al "piano 1 Gigabit", mentre proseguono annunci stantii

18/10/2024 di Redazione Giornalettismo

La politica parla spesso di digitalizzazione. Propone leggi e soluzioni che dovrebbero portare al raggiungimento di obiettivi per colmare il gap con il resto del Mondo e rendere il web accessibile – in egual misura – a tutti i cittadini. Nel corso degli ultimi anni sono stati utilizzati moltissimi fondi del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR) proprio per cercare di espandere, per esempio, la banda ultralarga a tutti i Comuni. Ma il cosiddetto “Piano 1 Gigabit” – fondamentale per portare connessioni stabili e veloci ovunque, anche in luoghi strategici e fondamentali come istituzioni, scuole e uffici pubblici – si sta fermando ai numeri civici.

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Sì, può sembrare un paradosso. Ma la predisposizione dei lavori nelle cosiddette aree grigie è – di fatto – rallentata (in alcuni casi è bloccata) a causa dei numeri civici. OpenFiber e TIM-FiberCop (i due vincitori della gara d’appalto) non hanno ricevuto informazioni ufficiali e sicure sui civici – che rappresentano l’individuazione geografica di un determinato indirizzo – da coprire con la cosiddetta banda ultralarga. Si parla di mancati aggiornamenti delle mappe nella topografia delle aree grigie, provocando degli enormi rallentamenti nei lavori e dal crono-programma previsto dal piano 1 Gigabit.

Piano 1 Gigabit, l’atavico problema dei numeri civici

Di fatto, prima di proseguire occorre un aggiornamento dei numeri civici, cancellando quelli attualmente inesistenti e non accorpando quelli che sono distanti tra loro. Perché la banda è di natura fisica e copre – geograficamente – solamente la prossimità. Ed ecco che quel che doveva essere un elemento fondamentale per il corretto prosieguo del lavoro si sta trasformando in un ostacolo insormontabile. Per questo motivo, all’inizio del mese di settembre è stata richiesta una nuova consultazione per la mappatura dei numeri civici nelle zone grigie. E pensare che si parla tanto di digitalizzazione, senza mettere a disposizione quegli strumenti costati centinaia di milioni di euro.

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