I numeri che hanno portato alla saturazione di Piracy Shield

Agcom ha chiesto al governo di avere anche il potere di sblocco per evitare la congestione del sistema. Forse, però, la questione era stata sottovalutata - all'inizio - anche dalla Lega Serie A

27/05/2024 di Enzo Boldi

Nel corso dei mesi, abbiamo più volte evidenziato alcune problematiche legate alla piattaforma Piracy Shield, quella presso cui i detentori dei diritti di trasmissione audio-visiva delle partite del campionato di calcio di Serie A possono inviare segnalazioni agli ISP (Internet Service Provider) affinché questi ultimi – entro 30 minuti – provvedano all’oscuramento di quegli IP che trasmettono le partire in modo fraudolento. Ora, arrivati alla fine (manca solamente il recupero del match tra Atalanta e Fiorentina in programma il prossimo 2 giugno) del campionato, ecco emergere un’altra questione non sottovalutabile: il sistema è arrivato al punto di saturazione.

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Ovviamente, occorre sempre ribadirlo, la lotta contro la pirateria è giusta e sacrosanta. Al tempo stesso, occorre ricordare come alcune politiche commerciali di chi detiene i diritti (e lo farà fino al 2029) – vedi Dazn – rischiano di avere due effetti: il distacco del pubblico dal calcio giocato e l’aumento della ricerca di soluzioni illegali per assistere alle partite del massimo campionato. Insomma, gli aumenti fino a 150 euro all’anno per un abbonamento alla piattaforma OTT non va nella direzione del principio di correttezza nei confronti dei telespettatori innamorati del pallone.

Piracy Shield, i numeri della saturazione del sistema

Fatta questa doverosa premessa, entriamo nel merito della questione della saturazione di Piracy Shield attraverso quanto rivelato da Wired nelle scorse ore. Alla vigilia dell’ultima giornata del campionato di Serie A, la piattaforma aveva ricevuto 1.132 segnalazioni da parte di chi detiene i diritti di trasmissione: si parla di 3.626 indirizzi IP e di 15.791 Fqdn (fully qualified domain name, ovvero quel nome del dominio che permette un’identificazione sicura e univoca di una risorsa presente nella rete). Numeri che, letti così, sembrano non dire nulla.

In realtà, come rivelato da Wired, questo dato è il sintomo della saturazione del sistema. Non per un problema tecnico, ma per una difficile – a tratti impossibile – gestione delle azioni da compiere da parte degli ISP che sono obbligati a intervenire (entro 30 minuti) per oscurare IP e Fqdn. Non esiste un documento in cui si parla dei limiti, ma si tratta di un accordo preso da Agcom con gli Internet Service Provider nel corso di un tavolo tecnico tra le parti. Un’intesa in cui si parlava di un tetto pari a 15mila indirizzi Ipv4 e 18mila Fqdn. Dunque, siamo arrivati – soprattutto per quel che riguarda il numero di fully qualified domain name – praticamente alla soglia massima.

Segnalazioni su segnalazioni

Come è stato possibile raggiungere questo tetto nel giro di quattro mesi? Considerando che la piattaforma Piracy Shield è entrata in funzione lo scorso 1 febbraio, i tempi ristretti sembrano non essere in linea con quanto accaduto. Forse, però, Agcom e Lega Serie A erano convinti che questi limiti sarebbero stati sufficienti a combattere la pirateria legata al mondo del calcio in Italia. In realtà, continuando a segnalare ogni fine settimana tantissimi IP e Fqdn, il sistema è diventato ben presto saturo. Inoltre, un aspetto da non sottovalutare, uno dei problemi è rappresentato dai poteri che il governo – attraverso la legge numero 93 del 14 luglio 2023 – ha attribuito all’Autorità Garante per le Comunicazioni solamente il potere di blocco (e oscuramento) degli indirizzi IP. Dunque, nessuna possibilità di sblocco.

Accumulando segnalazioni e blocchi, il sistema è diventato come la stanza di un accumulatore seriale. Una serie di IP e Fqdn accatastati che hanno portato alla saturazione. Infatti, gli ISP avevano già segnalato le difficoltà nella gestione di tutte queste segnalazioni, con gli attori più piccoli che non hanno mezzi (tecnici e umani) per procedere con quell’intensità. Ora Agcom, secondo le indiscrezioni raccolte da Wired, ha chiesto al governo di concedere all’Autorità anche il potere di sblocco. O, di modificare quella legge inserendo l’opportunità di sospendere gli IP e gli Fqdn temporaneamente, in modo tale da procedere a un ricambio, anziché a un accumulo. Anche perché, è cosa nota, i pirati della rete viaggiano a una velocità superiore a quella dei controlli: una volta oscurato l’IP o il Fqdn, ricominciano altrove.

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