Cosa dicono le regole di YouTube sulla disinformazione?

La policy della piattaforma fa sorridere, in quanto si parla di sistemi automatizzati che agiscono parallelamente a interventi "umani". Ma con distinzioni tra i livelli di fake news

02/10/2024 di Enzo Boldi

La manica è larga. Anzi, larghissima. Nonostante gli annunci di implementazioni e sviluppi – anche attraverso il machine learning a supporto del lavoro “umano” – la policy di YouTube (ovvero le norme che regolamento il comportamento degli utenti all’interno della community) sulle fake news è tutt’altro che stringente. Molti dei limiti, infatti, sono settorializzati e la disinformazione non viene affrontata a 360°. Ed ecco spiegato il motivo del mancato intervento su diverse segnalazioni fatte dagli utenti relative a contenuti e canali che diffondono quotidianamente bufale, ottenendo migliaia di visualizzazione senza alcun intervento da parte della piattaforma.

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Come abbiamo spiegato in un precedente approfondimento, per esempio, molti utenti – compresi noi e la giornalista Marianna Aprile – hanno segnalato il canale YouTube “Gossip News Italia” che dal febbraio scorso (giorno della sua comparsa online sulla piattaforma) ha iniziato a condividere centinaia di video basati su titoli fake e ricostruzioni completamente false. Ma quella pagina è ancora lì, con la piattaforma che si è limitata a prendere in carico le segnalazioni senza agire. Nonostante le bufale fossero eclatanti.

In attesa di un riscontro da parte di YouTube, i contenuti disinformativi e le fake news continuano a ottenere visualizzazioni sul canale. A oggi, siamo sopra le 1,8 milioni di views totali. E leggendo la policy YouTube sulle fake news, c’è il rischio con la piattaforma non prenda alcun provvedimento nei confronti di questa pagina.

Policy YouTube sulle fake news, cosa dicono le norme

Eppure le premesse della piattaforma – che, ricordiamolo, è di proprietà di Google dal lontano 2006 – sembrano essere piuttosto promettenti e fanno sperare in una verifica celere e a un’azione repentina per cancellare e sanzionare (con il ban) quei canali che diffondono disinformazione.

«Con miliardi di persone che visitano i nostri canali ogni giorno, che siano alla ricerca di informazioni, di aggiornamenti sulle ultime notizie, oppure di ulteriori informazioni su argomenti di loro interesse, abbiamo la responsabilità di connettere le persone a contenuti di alta qualità. Quindi, la cosa più importante che possiamo fare, è aumentare i contenuti positivi e diminuire quelli negativi. Ecco perché affrontiamo la disinformazione sulla nostra piattaforma in base ai principi delle “4 R”: rimuoviamo contenuti che violano le nostre norme, riduciamo i consigli di contenuti che rappresentano un caso limite, raccogliamo fonti autorevoli di notizie e informazioni e ricompensiamo i creator di fiducia». 

In realtà, il regolamento per la community sulla pubblicazione di contenuti falsi spiega che tutto ciò viene applicato solamente a tre macro-contesti:

  • Informazioni finalizzate a ridurre la partecipazione a censimenti: contenuti che mirano a indurre in errore i partecipanti a un censimento in merito alla data, al luogo, ai metodi o ai requisiti di idoneità per il censimento o false dichiarazioni che potrebbero scoraggiarli materialmente dal partecipare.
  • Contenuti manipolati: contenuti che sono stati falsificati o manipolati tecnicamente al fine di ingannare gli utenti (spesso al di là di semplici clip decontestualizzati) e che potrebbero comportare il rischio di danni gravi.
  • Contenuti con attribuzione errata: contenuti che potrebbero comportare un rischio elevato di causare danni eclatanti sostenendo impropriamente che dei vecchi filmati di un evento passato fanno invece riferimento a un evento attuale.

Dunque, non parliamo di disinformazione a 360 gradi. Ma di elementi mirati e limitati che stringono – e non di poco – il campo di azione delle tecnologie di machine learning e del potere decisionale “umano” sulle segnalazioni inoltrate dagli utenti. E quelle macro-categorie sono ulteriormente suddivise in sotto-segmenti.

Il grande campo delle fake news è assente. Non rientra in nessuno degli elementi indicati da YouTube e neanche nelle spiegazioni contenute all’interno di questi segmenti.

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