L’utente avrà privacy nella navigazione con la richiesta di verifica dell’età sui siti per adulti?

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La domanda che tutti si sono posti e che è alla base delle centinaia di meme sul tema che stanno spopolando sui social network è: ma se si dovrà verificare l'età per visitare i contenuti per adulti (a prescindere dal sistema di identificazione) in che modo può essere garantita la privacy dell'utente? Visto che, ormai, è diffusa la convinzione che l'accesso ai siti porno potrà essere effettuato soltanto attraverso lo Spid (in realtà, come vi abbiamo spiegato, la questione è molto più complessa e lo Spid è solo una delle tante ipotesi al vaglio per l'age verification), è altrettanto diffuso il timore che qualcuno - magari direttamente dai pc governativi - possa appuntarsi il nome e il cognome delle persone che fruiscono di questi contenuti, delle loro categorie preferite, del tempo trascorso in piattaforma. Davvero necessariamente un sistema di verifica dell'età deve essere invasivo a livello di privacy? LEGGI ANCHE > Cosa dicono le linee guida di Agcom per l'accesso ai siti per adulti dal 2025

Privacy e age verification, come vengono garantiti i due principi

Dobbiamo necessariamente distinguere, in questo caso, la teoria dalla pratica per dare una risposta. In linea di principio, è possibile separare la verifica dell'età da un univoco riconoscimento della persona. L'Agcom, infatti, ha previsto una serie di accorgimenti che dovrebbero andare in quella direzione. Quando si tratta di accesso a siti per adulti da browser (e non da app per le quali, invece, si richiede a prescindere - ad esempio - una registrazione, con cessione di alcuni dei propri dati), Agcom evidenzia come il gestore del sistema di "age verification" non dovrebbe essere a conoscenza dell'utilizzo che l'utente farà del "patentino" con cui si attesta la sua maggiore età. Allo stesso modo, le piattaforme non avranno bisogno di null'altro rispetto alla certificazione stessa, continuando a monitorare il loro traffico esattamente come hanno fatto fino a questo momento. Insomma, l'indicazione della maggiore età non dovrebbe dare nessuna indicazione in più, rispetto all'identificazione dell'utente, rispetto a quelle già attualmente a disposizione delle piattaforme stesse. In pratica, tuttavia, tutto questo risulta essere molto complesso. In primo luogo perché, in un sistema di così recente istituzione, le falle non sono affatto escluse. In secondo luogo, come Agcom stessa ricorda, non si può escludere che ci possano essere delle violazioni informatiche che potrebbero colpire sia le piattaforme di siti per adulti, sia i gestori del processo di age verification. In quel caso, nononstante Agcom dica che il sistema di age assurance debba tener conto di possibili attacchi informatici rispetto ai quali deve prevedere misure di sicurezza informatica sufficienti a mitigare i rischi (GDPR, proposta Cyber Resilience Act – CRA) e a evitare i tentativi di elusione, le complicazioni potrebbero essere sotto gli occhi di tutti.