Dal “buco di tensione” alle ricette dematerializzate: la cronistoria dei problemi delle piattaforme SOGEI

Al momento, il problema delle ultime settimane non è generalizzato, né diffuso. Ma quello che è successo nel 2022 con l'ormai celebre "buco di tensione" continua a essere uno spauracchio

04/11/2024 di Gianmichele Laino

Sul tema delle ricette dematerializzate e della loro crescente importanza certificata anche all’interno della legge di bilancio per il 2025 c’è un convitato di pietra che, sicuramente, va preso in considerazione. Se si decide di affidare al digitale un servizio così importante come la prenotazione delle analisi o la somministrazione di farmaci (cosa che prevede una infrastruttura tecnologica importante, nonché un bacino d’utenza molto significativo), è opportuno che questo servizio funzioni correttamente, in maniera direttamente proporzionale alla sua centralità nella vita quotidiana dei cittadini italiani. Il SAC Sogei, che mette in comunicazione i diversi livelli della sanità nella filiera della somministrazione del farmaco, è sicuramente una infrastruttura importantissima, che sta acquisendo sempre maggiore rilevanza. Ma è allo stesso tempo una infrastruttura critica: come abbiamo osservato in queste settimane, infatti, basta un semplice problema tecnico per rallentare il sistema sanitario in alcune regioni molto popolose, come la Toscana, le Marche o il Veneto, mentre quello che è accaduto nel 2022 potrebbe addirittura raccontarci di una criticità importante a livello nazionale.

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Problemi Sogei, la cronistoria degli ultimi anni

Stiamo confrontando due problemi molto diversi tra di loro. Non abbiamo notizie ufficiali da Sogei rispetto a quanto accaduto dal 12 ottobre in poi, ma il fatto stesso che il problema del rallentamento dell’erogazione delle ricette dematerializzate riguardi soltanto tre regioni italiane (o, comunque, che sia diffuso a macchia di leopardo) porta a pensare a un errore che, una volta individuato, può essere arginato attraverso un aggiornamento della SAC Sogei. Ben diverso, invece, è quello che si è verificato nel marzo 2022, quando – nell’area della Cecchignola, a Roma – si era registrato un cosiddetto buco di tensione, documentato anche dalla società di gestione delle reti elettriche (Areti): si era trattato infatti di una momentanea riduzione della tensione elettrica, cosa che si verifica normalmente quando quest’ultima si abbassa sotto il 90% della tensione nominale. 

Essendo interessata da questo buco di tensione l’area all’interno della quale era collocato il quartier generale di Sogei, nel 2022 si discuteva dell’importanza di avere un piano B quando un inconveniente di natura “fisica” (ovvero il blocco dell’energia elettrica verso l’infrastruttura IT che gestisce, tra le altre cose, il sistema delle ricette dematerializzate) ostacola il processo di digitalizzazione del Paese. Insomma, oggi sembra si stia affrontando un problema di infrastruttura tecnologica, mentre nel 2022 il problema era all’infrastruttura fisica di Sogei.

In entrambi i casi, si pone il tema dell’efficacia della sicurezza e dell’educazione digitale che dovrebbero accompagnare progetti come questi. Un fatto sicuramente positivo è che una infrastruttura così delicata come quella che determina la comunicazione tra vari reparti per ottenere l’erogazione di una ricetta (con il relativo trattamento dei dati personali) è affidata a una società italiana – Sogei, appunto – che dovrebbe garantire quella sovranità e quella resilienza che in casi come questi si prevede. Insomma, non ci si sta affidando a un servizio messo a disposizione da una grande multinazionale BigTech, con sede oltre oceano e con difficoltà di comunicazione e di risoluzione immediata di problemi che riguardano uno specifico territorio e uno specifico sostrato socio-culturale.

Tuttavia, proprio per queste sue caratteristiche, l’infrastruttura deve essere all’altezza della situazione: non può, cioè, permettersi dei blocchi legati a sistemi vecchi di approvvigionamento energetico (senza nemmeno prevedere un recovery plan, in caso di malfunzionamento), né può permettersi tempi di reazione a problemi IT così lunghi come quelli a cui stiamo assistendo in questi giorni, dopo le prime segnalazioni dei problemi del SAC avvenute il 12 ottobre. Insomma, la cronistoria degli ostacoli alla digitalizzazione delle ricette sanitarie insegna che ci sono due facce della stessa medaglia e che entrambe vanno affrontate per fare in modo che i servizi possano essere realmente efficienti.

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