Il titolo acchiappa-clic di Repubblica sulle “ricette bianche via Whatsapp”

Era successo già con la questione dello spid per i siti per adulti: nel riferimento normativo non si cita mai esplicitamente WhatsApp. Non sembra esserci l'intenzione a rinunciare alla sovranità del dato sanitario

11/11/2024 di Gianmichele Laino

Così come era successo con lo spid per i siti per adulti, un altro articolo di Repubblica – con tanto di titolo abbastanza esplicito – sta aprendo un ampio dibattito sui social network. Secondo il quotidiano fondato da Eugenio Scalfari, unico a riportare la notizia di prima mano, con la legge di bilancio 2025 le ricette bianche potranno essere inviate anche attraverso WhatsApp. L’articolo cita alla lettera l’articolo 54 della legge di bilancio, che potenzia il meccanismo del fascicolo sanitario elettronico estendendolo anche ai farmaci a pagamento per i cittadini, che – tuttavia – non fa mai menzione di WhatsApp. L’ipotesi viene lanciata nel testo dell’articolo dal cronista che, parlando dell’obbligo di prescrizione in formato elettronico, aggiunge una sua chiosa: «Il cambiamento farà sì, ad esempio, che i medici potranno spedire via mail o Whatsapp anche le richieste per farmaci a carico del paziente». Questa frase offre lo spunto al classico meccanismo che regola la scelta dei titoli: l’elemento pop per attirare l’attenzione del lettore e per consentirgli di leggere l’articolo. In realtà, come vedremo, l’utilizzo di WhatsApp non è previsto dai riferimenti normativi.

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Ricette bianche su WhatsApp, il titolo “forzato” di Repubblica

In un articolo successivo del nostro monografico di oggi approfondiremo tutti gli elementi legislativi che si trovano alla base del processo di dematerializzazione delle ricette. Al momento, basterà anticipare che nella legge di bilancio, visto l’obbligo di prescrizione in formato elettronico, si fa riferimento alle modalità contenute in una modifica al decreto attuativo del ministero dell’Economia e delle Finanze (2011) che risale al 2020. Qui vengono elencati gli strumenti che possono concorrere alla realizzazione di prescrizioni in formato elettronico: si parla del portale SAC (ovvero il sistema di accoglienza centrale, che comunica con i sistemi di accoglienza regionali), del fascicolo sanitario elettronico dell’assistito, della posta elettronica o dell’SMS. Che è molto diverso rispetto al riferimento esplicito a WhatsApp, uno strumento di Meta.

Il tema ci mette di fronte a tutta una serie di questioni: dalla sovranità del dato sanitario, al metodo per garantirla, fino ad arrivare ai livelli tecnologici richiesti per poter effettuare una operazione di dematerializzazione delle ricette su larga scala. Tuttavia, il legislatore non ha pensato – quantomeno nella formulazione testuale delle norme che disciplineranno questa operazione – all’app di messaggistica di proprietà di Meta, che ha sede dall’altra parte dell’Oceano e che, in termini di conservazione e trattamento dei dati, non ha di certo, nativamente, lo stesso approccio che ha il legislatore europeo.

Insomma, la suggestione dell’utilizzo di WhatsApp per la ricetta bianca diventa una “notizia” che – però – non ha appigli materiali. Era successo lo stesso – lo dicevamo in apertura – con l’articolo che aveva fatto diffondere la voce che, dal 2025, l’accesso ai siti porno e alle altre piattaforme per adulti sarebbe stato possibile soltanto attraverso lo spid. Anche qui Repubblica – che è una delle poche testate generaliste che si occupa con particolare attenzione di tematiche legate alla transizione digitale in tutte le sue forme – era partita da una consultazione pubblica dell’Agcom che aveva dato come frutto delle linee guida per interpretare i possibili mezzi di verifica dell’età attraverso cui, dal 2025, i portali per adulti dovranno disciplinare l’accesso ai propri servizi. Anche in quel caso, lo spid non era esplicitamente menzionato: poteva rappresentare una possibilità rispetto ai sistemi di age verification descritti nelle linee guida Agcom, ma non è assolutamente detto che sia questo il metodo che verrà utilizzato.

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