Non è vero che le ricette mediche saranno inviate su Whatsapp

La bufala è nata da una serie di articoli giornalistici. Ma non vi è alcuna traccia di ciò, neanche nella legge di Bilancio

16/11/2024 di Redazione Giornalettismo

Nelle ultime ore si sta parlando – a sproposito – di quel che accadrà a partire dal 1° gennaio del 2025. Per colpa di alcuni articoli giornalistici, si è diffusa la voce (non vera) che dall’inizio del prossimo anno i medici potranno inviare le prescrizioni mediche (ricette) anche via Whatsapp. Si tratta di una fake news, visto che non vi è alcuna norma – neanche ciò che è scritto all’interno del testo della legge di Bilancio in fase di approvazione in Parlamento – in cui viene citata l’app di messaggistica istantanea tra gli strumenti di comunicazione tra medico e paziente per l’invio delle ricette. Né di quelle “rosse” (ovvero le prestazioni e i prodotti a carico del Sistema Sanitario Nazionale), né quelle “bianche”.

Ricette via Whatsapp, la bufala nata dai giornali

Se è vero, come previsto da tempo, che dall’inizio del prossimo anno anche le ricette bianche saranno dematerializzate, i mezzi per inviare i promemoria ai pazienti restano gli stessi: dall’e-mail, agli sms, passando per l’accesso al FSE (Fascicolo Sanitario Elettronico). Anche perché, utilizzare servizi e strumenti di aziende private per l’invio di dati sanitari (che sono, per definizione, i più “preziosi” e quelli che devono godere dei più alti standard in termini di protezione) andrebbe contro il principio che è alla base della cosiddetta “sovranità del dato”.

Dunque, si trattava di una bufale. Reali, invece, sono i problemi che stanno riscontrando – da settimane – molte Regioni per l’accesso alla piattaforma per le ricette elettroniche. Ancora oggi, soprattutto in Toscana, medici del SSN e farmacisti denunciano blocchi informatici, con il sistema che funziona (quando si è fortunati) a singhiozzo. Criticità figlia di una piattaforma che non riesce – evidentemente – a sopportare il sovraccarico di accessi e richieste. Questo è il vero problema. Il vero ostacolo alla digitalizzazione del nostro Paese. Forse Sogei non è in grado di creare e sviluppare dei sistemi resilienti e capienti.

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