«Occupazione e contribuzione fiscale: l’e-commerce è un settore-chiave per l’Italia»

La nostra intervista a Roberto Liscia, Presidente del Consorzio Netcomm, in occasione dell'incontro "L'impatto economico dell'e-commerce in Italia"

29/05/2024 di Enzo Boldi

Il mondo del commercio digitale è sempre più una filiera. Attori protagonisti collegati gli uni agli altri per far funzionare un meccanismo complesso che gli utenti percepiscono solamente in parte. C’è chi produce, chi vende, chi mette a disposizione servizi di pagamento e chi trasporta quella merce acquistata scrollando lungo le pagine dei marketplace e con pochi click. I numeri di questa filiera sono importanti per comprendere al meglio il ruolo chiave dell’e-commerce in Italia, come ha spiegato ai microfoni di Giornalettismo Roberto Liscia, Presidente del Consorzio Netcomm.

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In occasione dell’evento che si è tenuto questa mattina a Roma, nella Sala Cristallo dell’Hotel Nazionale – a pochi passi da Montecitorio e da Palazzo Chigi – è stata presentata la ricerca L’e-commerce crea valore per l’Italia” realizzata da Althesys in collaborazione con Netcomm. I dati parlano chiaro: il settore continua a crescere, assumendo un ruolo sempre più primario nel tessuto sociale ed economico del nostro Paese. Soprattutto perché non si parla più di singolo soggetto distaccati tra loro: «L’e-commerce rappresenta, ormai, un settore industriale di grande interconessione tra i diversi giocatori – ha detto Roberto Liscia ai microfoni di Giornalettismo -. Noi quest’anno, per la prima volta, abbiamo messo in risalto il rapporto di filiera che c’è tra i fornitori, gli operatori dell’e-commerce, le piattaforme e gli operatori finali, dalla logistica agli elementi che concernono il pagamento».

Roberto Liscia (Netcomm) sull’impatto dell’e-commerce in Italia

Un filo invisibile per gli utenti, ma molto consistente per tenere in piedi questo settore sempre più impattante per l’economia italiana: «Questa filiera è molto importante, molto collegata e molto interdipendente. Nessun giocatore, infatti, può pensare di lavorare senza logistica o senza pagamenti. Rappresenta ben 133 miliardi di euro di valore aggiunto che sono molto vicini al 7% del Prodotto Interno Lordo. Oltre a ciò, il contributo fiscale di quella che abbiamo chiamato “rete del valore”, è vicino ai 50 miliardi, rappresentando una quota significativa della contribuzione fiscale dell’industria italiana. Questo è un settore che occupa, tra dipendenti diretti e indiretti, 1 milione e 600mila persone con una crescita (rispetto al 2016) di ben mezzo milione di occupati. Dunque, parliamo di un settore che cresce in chiave di occupazione, di valore aggiunto industriale, ma soprattutto è il settore-chiave per contribuire allo sviluppo dell’export e alla competitività del sistema Paese».

In vista delle Europee

Tra pochi giorni, si voterà per il rinnovo del Parlamento Europeo. Nel corso degli ultimi anni, le Commissioni e gli eurodeputati hanno lavorato per creare a approvare provvedimenti e regolare il mercato digitale, compreso quello degli e-commerce. Secondo Roberto Liscia, ci sono luci e ombre in queste modifiche normative: «Gli impatti positivi sono rappresentati dal fatto di essere passati da una regolamentazione basata sulle direttive a una basata sui regolamenti. Questo con l’obiettivo di creare una modalità di normativa sempre più omogenea e uniforme tra i diversi Paesi europei per consentire all’Europa di essere effettivamente un mercato unico. Cosa che ancora non è a causa delle differenze e le difformità che ci sono a livello di normative locali, a livello linguistico e a livello di abitudini del mercato stesso».

Ovviamente, però, ogni mercato ha caratteristiche diverse e l’Italia rappresenta quasi un unicum: «Le diverse normative che sono emerse – DSA, DMA e Omnibus – sono sicuramente le benvenute per creare un mercato unico delle regole e, quindi, favorire un mercato unico del commercio. Però, per l’Italia che è fatta prevalentemente di piccole imprese il tema vero è aiutare queste realtà ad adeguarsi, capire e adattarsi alla nuova normativa».

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