Cosa sono i «servizi esterni» che hanno condotto l’operazione Silvia Romano
10/05/2020 di Redazione
Conosciamo tutto dei servizi segreti di altri Stati soprattutto grazie a film, romanzi e – ultimamente – serie televisive, ne sappiamo un po’ meno di quelli italiani, anche perché dall’istituzione della Repubblica in poi sono stati riformati più volte. Ne deriva una confusione di sigle e di ruoli, che ci trasciniamo come atavica lacuna sul funzionamento delle forze dell’ordine del nostro Paese. È stato evidente, ad esempio, nella giornata di ieri, quando Giuseppe Conte ha ringraziato pubblicamente, con un tweet, i servizi segreti esterni che hanno portato a termine l’operazione Silvia Romano. Si tratta dell’AISE (e non di una forza esterna di intelligence, come qualcuno ha evidentemente pensato), che insieme all’AISI rappresenta quello che, dal 2007 in poi, è il nostro Dipartimento delle informazioni per la sicurezza.
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Sigle servizi segreti italiani, cosa sono i servizi esterni ringraziati da Conte per la vicenda di Silvia Romano
Qualcuno più in là con gli anni ricorderà senza dubbio le sigle SIFAR (poi SID), Sismi e Sisde. La prima è la definizione del servizio di intelligence italiano – in collegamento molto stretto con quelli statunitensi, in tempi in cui il nostro Paese puntava a rafforzare l’alleanza atlantica – fino al 1977. In quella data, ci fu una riforma dell’intelligence che distinse tra il servizio per la sicurezza militare (SISMI) e il servizio per le informazioni e la sicurezza democratica (SISDE). La principale differenza riguardava il fatto che il primo era rappresentato da militari, il secondo da civili.
È nel 2007 che si configura l’attuale sistema di intelligence italiano, che si basa molto di più sulla struttura di quelli di altri paesi europei e degli Stati Uniti. La differenza tra AISE (Agenzia informazioni e sicurezza esterna) e AISI (Agenzia informazioni e sicurezza interna), infatti, riguarda la sfera di operatività dei due apparati. Il primo, i servizi esterni appunto, operano all’esterno, mentre l’Aisi opera sul territorio nazionale. Entrambe queste divisioni fanno parte del dipartimento delle informazioni per la sicurezza che fa capo alla presidenza del Consiglio dei ministri. Ed ecco perché Conte, in quanto vertice ultimo delle operazioni di intelligence in Italia, è stato il primo a ringraziare l’AISE per il lavoro svolto in occasione della liberazione di Silvia Romano. Sempre nell’ambito del sistema del controllo istituzionale, l’attività dei servizi di intelligence è monitorata dal COPASIR (che è il Comitato parlamentare per la sicurezza della Repubblica, la cui presidenza, per prassi, è affidata sempre a un rappresentante politico delle opposizioni), e dal CISR (Comitato interministeriale per la sicurezza della Repubblica).
Il motto dell’AISE – il servizio di informazioni esterne – è intellego et tuor (comprendo e difendo) e, come sottolineato dal ministro della Difesa Lorenzo Guerini, è stato esattamente quello che è stato fatto nel corso dell’operazione di liberazione di Silvia Romano. Un lavoro effettuato innanzitutto sul campo, con la ricerca di fonti direttamente nei territori interessati dal rapimento (prima il Kenya, poi la Somalia), poi in collaborazione con i servizi segreti turchi, alleati nella NATO. Luciano Carta, il numero uno dell’AISE, ha segnato la sua carriera nei servizi esterni proprio nel nome di Silvia Romano, che fu rapita il giorno prima della sua nomina e che è stata liberata a pochi giorni dal suo passaggio in Leonardo. Gianni Caravelli, che ha seguito in maniera operativa la vicenda, potrebbe ottenere proprio da questo risultato positivo la successione al vertice del servizio di intelligence.
In conclusione, le sigle di AISE e AISI devono essere i nostri punti di riferimento quando si parla di servizi di intelligence in Italia. Come la CIA per gli Stati Uniti (l’AISE, operando all’esterno del territorio nazionale, si ispira proprio al suo statuto), come l’MI6 per la Gran Bretagna, il GRU per la Russia, il Mossad per Israele, il BND per la Germania. AISE e AISI hanno entrambi la propria sede a Roma, il primo nel blindatissimo Forte Braschi, il secondo a piazza Zama, mentre il dipartimento a cui fanno capo si trova in piazza Dante, sempre a Roma.