Se il sito del governo è «non sicuro»

Entrando sul portale compare un messaggio non molto rassicurante, a livello informatico

10/12/2020 di Enzo Boldi

Entrando sul portale web ufficiale del governo (www.governo.it) appare un messaggio di ‘pericolo’: «Sito non sicuro». Un messaggio (che non è nuovo, ma è così da tempo) che ha fatto sobbalzare dalla sedia moltissimi utenti. Ma vogliamo tranquillizzarli: chi sta navigando e ha navigato (o navigherà) sulle pagine del portale istituzionale dell’esecutivo non corre alcun rischio. Si tratta di un semplice ‘problema’ di certificati non aggiornati che, comunque, non compromette la sicurezza né della pagina né della connessione privata di un utente. Il caso del sito governo non sicuro, però, è indice di lassismo perché basterebbe veramente poco (considerando che non ha un costo economico) per far sparire quel messaggio.

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Proviamo a spiegare, in termini semplici, di cosa si parla. Entrando sul sito del governo ci si trova di fronte questo messaggio.

Citiamo: «La connessione a questo sito non è protetta. Non dovresti inserire dati sensibili in questo sito (ad esempio password o carte di credito) perché potrebbero essere intercettati da utenti malintenzionati». Un messaggio che sembra quasi apocalittico e che ha provocato, inevitabilmente, del disappunto sui social.

Sito governo non sicuro: ma si rischia qualcosa navigando?

Ovviamente occorre sottolineare un aspetto fondamentale: il sito del governo viene utilizzato dagli utenti solamente in lettura. Non ci interagisce se non cliccando sulle notizie, sui video e sui comunicati rilasciati dalla fonte istituzionale. In sintesi: l’utente non è mai chiamato a inserire i propri dati sensibili. Ci sono rischi per il sito? Tecnicamente, anche ottenendo i certificati (quindi diventando da http a https) neanche il portale ufficiale del governo rischia: il tanto citato ‘man-in-the-middle’, per esempio, può essere effettuato anche su un sito https. Insomma, creare siti clone è fattibile anche con la certificazione.

Cosa si dovrebbe fare

Insomma, il problema non è così grave. Sta di fatto, però, che effettuare l’operazione (cioè ottenere quel certificato d’identità) è tanto semplice quanto economico. Parlando in termini molto semplici: basta un click per l’aggiornamento ed è a costo zero. E in un epoca in cui si vogliono investire miliardi e miliardi di euro (quelli del Recovery Fund) nella digitalizzazione, si potrebbe partire dal sito del governo. Senza neanche utilizzare un centesimo.

(foto di copertina: da governo.it)

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