La scelta di Coca-Cola di utilizzare l’AI non è piaciuta al pubblico

Secondo alcuni sondaggi, i consumatori non hanno per nulla apprezzato questo utilizzo invasivo dell'intelligenza artificiale per le nuove pubblicità natalizie

19/11/2024 di Enzo Boldi

L’effetto finale non è dei migliori, soprattutto se paragonato a quel sentimento caloroso che trapelava dallo schermo nel lontano 1995, quando fu mandata in onda l’iconica campagna pubblicitaria – sempre per il periodo natalizio – intitolata “Holidays are coming”. Guardando i video è piuttosto evidente come l’intelligenza artificiale generativa (quella basata sul principio text-to-video), abbia ancora moltissime lacune da colmare in termini di “profondità”. E non solo delle immagini. Ed è questo una delle principali criticità messe in evidenza dal pubblico che ha quasi completamente bocciato i nuovi spot (si tratta, per lo più, di reboots) di Coca-Cola interamente generati dall’AI.

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C’è chi si è detto preoccupato e angosciato da questa scelta. E, difatti, sorprende e non poco la decisione di una delle aziende più floride – e senza evidenti problemi di fatturato – al mondo di tagliare il budget (perché di questo si tratta) per la realizzazione di una campagna pubblicitaria diventata un “must have” nel periodo natalizio generata interamente da strumenti di intelligenza artificiale. Ma c’è anche chi si basa più sulle (mancate) emozioni che provengono dalla visione di questi spot: freddi, senz’anima e poco coinvolgenti.

Spot Coca-Cola AI, la scelta non piace al pubblico

Un sondaggio realizzato da Truescope su questa serie di spot Coca-Cola AI, dà la misura di quanto la decisione dell’azienda di basarsi solo ed esclusivamente sull’intelligenza artificiale (andando a “scimmiottare” la pubblicità iconica del 1995). Solamente il 7,4 delle persone intervistate, infatti, ha avuto un giudizio positivo su questa campagna pubblicitaria. Un dato “viziato” dalle dichiarazioni dell’azienda – con cui questa piccola porzione di pubblico si è detta d’accordo – che ha spiegato che l’uso di strumenti AI sia stato economicamente più sostenibile.

Occorre sottolineare un aspetto: solamente l’1% degli intervistati ha espresso un parere completamente negativo nei confronti di questa campagna pubblicitaria generata con l’intelligenza artificiale. Ma questo dato deve andarsi a sommare a quel 83,6% che ha espresso dei sentimenti neutrali dopo aver visto i video. Né positivi, né negativo. Nel mondo della pubblicità (e non solo), però, ciò che non porta a esprimere un consenso e un dissenso deve essere letto come un giudizio negativo. Uno spot, per essere efficace, deve stimolare riflessioni, emozioni e sentimenti. Se chi lo guarda resta fermo e privo di emozioni, vuol dire che la campagna pubblicitaria non funziona.

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