Europee 2024, quelli che hanno speso più soldi sui social ottenendo un risultato peggiore

Possiamo sicuramente indicare nella compagine di Stati Uniti d'Europa quella che ha speso maggiormente sui social network e che ha ottenuto il risultato più deludente alle urne

10/06/2024 di Gianmichele Laino

Tanti soldi e poco fieno in cascina. Con l’effetto che si amplifica ulteriormente se si considera che il soggetto politico in questione non ha nemmeno superato la soglia di sbarramento del 4% per portare un parlamentare italiano a Bruxelles. È Stati Uniti d’Europa il cartello politico che ha speso di più su Facebook in sponsorizzazioni per ottenere il risultato più magro alle urne delle elezioni europee 2024. Prendendo in considerazione il dato a nostra disposizione, alla fine della campagna elettorale l’alleanza formata da Italia Viva, PiùEuropa, Radicali e Partito Socialista Italiano ha speso da un minimo di 96.400 euro a un massimo di 154.352 euro. Si è trattato dell’alleanza che ha speso di più dopo Lega e Fratelli d’Italia (compresi i loro leader politici).

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Perché Stati Uniti d’Europa ha investito male sui social

La lista ha ottenuto il 3,7% alle elezioni, fermandosi sulla soglia del 4% necessario a eleggere almeno un rappresentante a Bruxelles. Se consideriamo l’andamento della campagna elettorale e la spesa effettuata sui social network, possiamo dire che ogni voto conquistato dall’alleanza guidata dal partito di Matteo Renzi e da quello di Riccardo Magi è costato almeno 11 centesimi di sponsorizzazione sui social network.

Un rapporto che è il peggiore di tutti. La Lega e Fratelli d’Italia – che sono gli altri due partiti che hanno speso in maniera molto significativa sui social (rispettivamente, almeno 57.900 euro e 175.300 euro) – hanno speso su Facebook 2 centesimi circa per ogni voto ottenuto. Il rapporto migliore tra spesa e resa sicuramente è quello del Pd, del M5S e di AVS che hanno speso 1 centesimo circa per ogni voto ottenuto. Altri, come Pace, Terra e Dignità, hanno speso zero, riuscendo comunque a ottenere più di mezzo milione di voti.

Insomma, il fattore sponsorizzazione su Facebook ha davvero inciso molto poco sull’esito delle urne. A riprova – ulteriore – che ormai qualcosa non torna più nel meccanismo con cui i social network, fino a questo momento, hanno costruito le loro fortune.

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