La storia del dominio chat.com
Cosa ospitava prima di diventare terra di conquista del fondatore di HubSpot e - in seguito - il redirect per ChatGPT?
07/11/2024 di Gianmichele Laino
Ogni dominio, si sa, ha un suo percorso, soprattutto se si tratta di uno di quelli storici, nati sin dagli albori di internet. La storia del dominio chat.com affonda le sue radici nel 1998, nel mese di dicembre. Diciamo che, da quel momento in poi, il dominio è stato occupato. Nel 2004 ha avuto il primo importante riscontro: di fatto, si trattava di una vetrina che metteva in mostra tutti i servizi di chat disponibili sul mercato: era possibile scaricare il servizio di chat stessa, recensirlo, dargli un like e visualizzare anche il contatore dei download dei singoli software. Insomma, un aggregatore per chi avesse bisogno di utilizzare chat per diversi scopi (comunicare con gli amici oppure scambiarsi informazioni nell’ambito di un lavoro o di un servizio).
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Storia del dominio chat.com: come si è arrivati a ChatGPT?
Dieci anni dopo, invece, chat.com aveva trovato una sorta di sua evoluzione.
Era diventato un servizio di video-chat gratuito, che poteva essere utilizzato per incontri – diciamo così – romantici. Bisognava avere oltre 18 anni per accedere, c’erano decine di migliaia di membri e c’era la possibilità di chattare con le persone contemporaneamente online. Ovviamente, le persone con cui si chattava potevano essere filtrate in base alle preferenze sessuali. La sua funzione è stata la stessa per i 7 anni successivi: tra il 2014 e il 2020 ha avuto sempre una interfaccia molto semplice, mentre dal 2021 in poi ha modificato il proprio layout, configurandosi come un portale più moderno e meno anni Novanta.
Fino al 2023 ha mantenuto questo ruolo e questa funzione. Dal 2024, come abbiamo visto è stato acquistato dal fondatore di HubSpot, Dharmesh Shah, che ha spiegato così l’operazione: «Il motivo per cui ho acquistato chat.com è semplice: penso che la UX basata su chat (#ChatUX) sia la prossima grande novità nel mondo dei software. Comunicare con computer/software tramite un’interfaccia in linguaggio naturale è molto più intuitivo. Ciò è reso possibile dall’intelligenza artificiale generativa». Infine, il passaggio attuale, con i benefit in azioni per Shah e il redirect al chatbot di ChatGPT, condito dall’annuncio di Sam Altman.