La mossa di Temu: spedire i prodotti direttamente dall’Europa
La valutazione è in corso, anche per evitare i probabili e imminenti dazi sull'importazione di prodotti in UE da mercati extracomunitari
02/08/2024 di Enzo Boldi
Ci sono aspetti strategici, ma anche motivazioni fiscali dietro il tentativo – al momento è solo un’idea seguita da alcuni contatti – di Temu di chiedere un supporto a magazzini già presenti sul territorio europeo (ma anche statunitense) per la logistica dei prodotti acquistati, attraverso la propria app – dai cittadini UE. Una mossa che potrebbe portare a diversi vantaggi, anche se sarebbero ancor più stringenti le regole da rispettare, anche alla luce dell’inserimento della piattaforma all’interno dell’elenco delle VLOP, ovvero quelle che dovranno seguire le regole più stringenti del Digital Service Act.
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La notizia, che non ha trovato conferme ufficiali (ma neanche smentite) è stata riportata nelle scorse ore dal Financial Times, che – parlando con alcuni fornitori di servizi e magazzini di logistica nel Vecchio Continente e negli Stati Uniti – ha rivelato come tra i piani del nuovo colosso cinese dell’e-commerce di prodotti a basso costo ci sia quello di creare una sinergia commerciale con delle realtà che sono già attive – e utilizzate da altri grandi player internazionali – in queste zone del mondo.
Temu vuole spedire prodotti direttamente dall’Europa
Cambierà, probabilmente, il modello di business. Si passerà dalla completa auto-gestione dei magazzini a una dinamica ibrida, composta dal nucleo centrale e dai magazzini per la logistica diffusi in giro per il mondo. Dunque, una filiera che sarà in parte frammentata. Questa mossa viene valutata come la soluzione ideale per ridurre i tempi di consegna – in UE e USA – dei prodotti acquistati dagli utenti europei e americani.
Certo, questo è sicuramente uno degli effetti più tangibili per quel che riguarda il rapporto con i clienti. Questa mossa, però, sembra essere anche la risposta al possibile inserimento di nuovi dazi europei sulle merci provenienti dalle piattaforme e-commerce europee. Inoltre, trattandosi di magazzini di logistica che sono già attivi in Europa e Stati Uniti per la gestione dei prodotti Amazon, questa svolta si baserebbe su un sistema già avviato e funzionante.