Intanto TikTok sdogana gli avatar AI per gli annunci pubblicitari

L'annuncio nelle scorse ore, con nuovi strumenti messi a disposizione delle aziende. Ma non mancano, ovviamente, i problemi

19/06/2024 di Enzo Boldi

Nell’era in cui i video deepfake si sono propagati in lungo e in largo “grazie” ai nuovi strumenti di intelligenza artificiale generativa, ByteDance ha lanciato un nuovo prodotto in app per le aziende che creano contenuti pubblicitari sulla piattaforma. Si chiama TikTok Symphony e – a differenza della realtà aumentata – è in grado di creare (anche da zero) avatar AI da utilizzare per la creazione di contenuti sul social network amato dai più giovani. Un’iniziativa annunciata in pompa magna, ma che ha già messo in evidenza alcune criticità.

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Stando alla narrazione fatta da TikTok, questo strumento sarà utile – per esempio – per generare contenuti pubblicitari multi-lingua: basta un video base e poi l’AI sarà in grado – esattamente come accade con i realistici (e pericolosissimi) video deepfake – di mostrare il contenuto parlando nella lingua selezionata dall’azienda in questione.

«Per aiutare creatori e marchi ad affascinare il pubblico globale e a fornire messaggi di grande impatto in modo coinvolgente e autentico, siamo entusiasti di annunciare Symphony Digital Avatars. Gli avatar digitali aiutano a dare vita ai contenuti brandizzati con avatar generativi di intelligenza artificiale di persone reali, che consentiranno nuovi modi per adattare le strategie creative su TikTok». 

La suite messa a disposizione da TikTok consente di scegliere il punto di partenza: si potrà, infatti, optare tra un set di avatar già messi a disposizione dalla piattaforma oppure le singole aziende potranno personalizzarne uno partendo, per esempio, dal video di un creator che collabora con loro. Ma non c’è solamente la parte visuale, visto che con Symphony AI Dubbing si potrà anche utilizzare la funzione di doppiaggio per espandere la portata delle proprie visualizzazioni.

TikTok Symphony, gli avatar AI per i contenuti pubblicitari

Sembrano esserci, però, dei problemi. Non a livello tecnico, ma legislativo. Per fare solamente un esempio, facciamo un rapido salto negli Stati Uniti dove la Federal Trade Commission ha pubblicato, solo la scorsa settimana, una serie di raccomandazioni che riguardano proprio l’utilizzo di strumenti AI per le campagne di marketing.

«Non utilizzare avatar e bot per la relazione con i consumatori, ed evitare manipolazioni commerciali. Un’azienda che offre un servizio antropomorfico (simulazione di sembianze umane, ndr) non dovrebbe manipolare le persone attraverso gli strumenti realizzati con quei servizi (chatbot e avatar), inducendole a pagare per più servizi o indirizzandole verso attività affiliate».

Una criticità che, dunque, sembra scontrarsi con l’ultima novità introdotta da TikTok.

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