Le accuse di Scarlett Johansson contro Sam Altman

L'attrice statunitense ha ricostruito la vicenda a partire dal settembre 2023, molto prima del lancio della voce del modello GPT-4o che somiglia molto alla sua

21/05/2024 di Enzo Boldi

Quando si parla di voci “clonate” è sempre molto difficile carpire le sfumature e i toni. Ma quel che sta accadendo attorno alla voce di Scarlett Johansson e il suo presunto utilizzo nei nuovi sistemi AI del modello GPT-4o sviluppato da OpenAI è l’esatto emblema di come l’evoluzione degli strumenti di intelligenza artificiale possano trarre in inganno gli utenti. Proprio mentre è in corso un confronto (con tanto di avvocati) tra l’azienda di San Francisco e l’attrice americana, quest’ultima ha rilasciato alcune dichiarazioni in merito a quanto proposto da Sam Altman a lei nel settembre scorso.

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Il modello GPT-4o era ancora lontano dall’essere annunciato, ma il team di OpenAI – come ovvio – stava già lavorandoci sopra. E tra le novità, c’è stato anche l’inserimento di un assistente vocale: l’utente può scegliere di interfacciarsi con il chatbot, con quest’ultimo in grado di restituire risposte con 5 voci differenti (e “naturali” rispetto ai bot vocali automatizzati e lettori di testo ai quali siamo abituati). Tra queste 5 voci c’era anche quella di “Sky” che, secondo molti, è simile a quella di Scarlett Johansson. E proprio l’attrice, ha raccontato di esser stata contattata dal numero uno di OpenAI – Sam Altman – nel settembre scorso per cercare un accordo per prestare la sua voce al nuovo modello di linguaggio, ma la proposta è stata rispedita al mittente.

Voce Scarlett Johansson su GPT-4o, l’accusa dell’attrice

E dopo il caso scoppiato sui social – con molti utenti che avevano denunciato la somiglianza tra la voce di “Sky” e la voce Scarlett Johansson -, la stessa attrice ha voluto raccontare la sua versione dei fatti attraverso un comunicato stampa inviato ai principali media americani. Un testo che inizia con il racconto di quanto accaduto qualche mese fa:

«Lo scorso settembre ho ricevuto un’offerta da Sam Altman, che voleva assumermi per dare voce all’attuale sistema ChatGPT 4.0. Mi ha detto che sentiva che, dando voce al sistema, avrei potuto colmare il divario tra aziende tecnologiche e creativi e aiutare i consumatori a sentirsi a proprio agio con il cambiamento epocale che riguarda gli esseri umani e l’intelligenza artificiale. Ha detto che sentiva che la mia voce sarebbe stata confortante per le persone. Dopo molte considerazioni e per motivi personali, ho rifiutato l’offerta. Nove mesi dopo, i miei amici, la mia famiglia e il pubblico in generale hanno notato quanto il nuovo sistema chiamato “Sky” parlasse come me».

Dunque, l’attrice americana racconta di questo tentativo di contatto per un accordo commerciale sulla voce di Scarlett Johansson. Una proposta respinta al mittente e capitolo chiuso. Anzi no. Perché quel che sta accadendo nelle ultime ore – qualora fosse confermato – potrebbe rappresentare un punto di non ritorno per OpenAI che è già alle prese con molti attori che hanno intentato causa contro l’azienda di San Francisco per la tutela del diritto d’autore.

Il riferimento a “Her” e altri problemi

Ma non è finita qui. La stessa Scarlett Johansson ha detto di essersi accorta della somiglianza tra la sua voce e quella di “Sky” ascoltando una demo, mettendo nel calderone anche quel post pubblicato da Sam Altman su X il giorno in cui è stato annunciato al mondo il modello GPT-4o. Una sola parola: “Her”. Guarda caso, si tratta del titolo del film (scritto e diretto da Spike Jonze nel 2013) in cui Scarlett Johansson ha prestato la voce a un sistema di chatbot (“Samantha”) che instaura una relazione intima con un essere umano (il protagonista interpretato da Joaquin Phoenix). Insomma, ai più non sembra una casualità. Ma c’è anche altro nel comunicato scritto dall’attrice:

«Due giorni prima del rilascio della demo di ChatGPT 4.0, il signor Altman ha contattato il mio agente, chiedendomi di riconsiderare la situazione. Prima che potessimo sederci attorno a un tavolo, il sistema era già disponibile. Come risultato delle loro azioni, sono stata costretta ad assumere un consulente legale che ha scritto due lettere al signor Altman e a OpenAI, esponendo ciò che avevano fatto e chiedendo loro di dettagliare l’esatto processo attraverso il quale avevano creato la voce “Sky”. Di conseguenza, OpenAI ha accettato con riluttanza di eliminare la voce “Sky”». 

Dunque, si parla di un nuovo tentativo di approccio commerciale a poche ore dal lancio del nuovo prodotto di OpenAI. Indizi che, secondo l’attrice, fanno più di una prova.

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